La maggioranza vince la battaglia sul Dl Rave

Ed alla fine il Dl Rave è stato approvato. Mancavano poche ore a quello che sarebbe stato soprattutto per il Governo un vero e proprio disastro politico così il presidente dell’aula, Lorenzo Fontana, ha utilizzato il discusso strumento della ghigliottina.

«Constatato il numero di interventi e preso atto della impossibilità di un orario condiviso sulla conclusione dell’esame del decreto in scadenza oggi – ha detto Fontana – Come annunciato in precedenza, considerato che tutte le fasi del procedimento si sono svolte e tutti i gruppi hanno pronunciato una dichiarazione di voto mi vedo costretto nell’esercizio delle mie responsabilità a porre immediatamente in votazione il decreto legge al fine di assicurare che la conversione avvenga nei tempi costituzionali”.

Una decisione ventilata in questi ultimi giorni e che ha scatenato la protesta delle opposizioni, al termine di una seduta ad alta tensione (durante la quale non sono mancati gesti volgari e parolacce) con il Pd che ha sventolato la Costituzione al momento del voto ed ha spiegato che quanto successo oggi a Montecitorio sia incostituzionale.

Resta comunque la vittoria della maggioranza. Del premier e della sua coalizione, sia sulle nuove regola per i rave su cui la stessa Meloni era tornata ieri nel corso della conferenza stampa di fine anno: «Non importa che siano uno o due – ha spiegato il premier – quello che conta è dare un segnale; far capire che in Italia le regole che ci sono vanno rispettate».

Ma non solo di rave si occupava il decreto. Al suo interno si trovava anche la norma sulla riconferma del carcere ostativo che altrimenti da domani sarebbe stata cancellata favorendo così pericolosi criminali che avrebbero avuto diritto a permessi e altri benefici.

Al suo interno poi si trova anche l’abolizione della multe per i No Vax. questione questa sulla quale la maggioranza non è mai stata davvero compatta; soprattutto una buona parte di Forza Italia ha da sempre mal digerito certi passi indietro rispetto alla linea dura precedente riguardo al Covid. Non è quindi un caso che 13 deputati azzurri abbiano deciso di non partecipare al voto, senza però mettere a rischio l’esito finale.

Leggi su panorama.it