Altre divisioni a sinistra; Verdi e Si si staccano da Letta e Calenda

Anche oggi l’agenda della giornata politica in vista delle elezioni del prossimo 25 settembre guarda tutta e solo sinistra. Ma se ieri tutto si era concluso con i sorrisi a favore di telecamera per l’accordo siglato tra il Pd ed Azione/+Europa oggi il barometro sul Nazareno racconta maltempo e bufera.

Se infatti fino a due giorni fa Fratoianni giurava fedeltà a Letta, Calenda, Di Maio, a chiunque «pur di non far vincere la destra anche se non abbiamo nulla in comune (testuale)…» oggi, 48 ore dopo quelle parole, sono cambiate. Verdi e Sinistra Italiana infatti hanno disertato l’incontro previsto con il Pd per l’allargamento ulteriore del centrosinistra. «Abbiamo deciso – hanno scritto in una nota i due partiti – di rinviare l’incontro con Enrico Letta alla luce delle novità politiche emerse nella giornata di ieri. registriamo un profondo disagio nel paese ed in particolare nel complesso dell’elettorato di centrosinistra. Essendo cambiate le condizioni su cui abbiamo lavorato in questi giorni sono in corso riflessioni che necessitano di ulteriore tempo».

Il punto quindi è che accettare di votare Calenda i suoi candidati e le sue idee in circa il 30% dei collegi uninominali diventa complesso per Verdi e Comunisti radicali. Calenda vuole rigassificatori, trivelle e termovalorizzatori, cose che per Bonelli e Fratoianni (ed i loro elettori) sono la kriptonite. Saranno quindi ore convulse e domani forse ne sapremo di più. Inutile dire che secondo alcuni dietro la forzatura di oggi ci sia la voglia di avere più seggi negli uninominali ma il mal di pancia sui contenuti è forte.

Una spaccatura su cui si è fiondato Giuseppe Conte, che ha aperto la porta ai due partiti di sinistra: «Con le persone serie che vogliono condividere un’agenda sociale ed ecologica con noi c’è sempre la possibilità di dialogare»

Restando ai 5 stelle vanno anche ricordati i siluri sganciati da Alessandro Di Battista, quello che non c’è ma che si fa sentire (e che forse vorrebbe il posto di Giuseppe Conte come capo politico grillino), contro l’ex amico Luigi Di Maio. «Luigi Di Maio non ha un voto. Chi conosce il fanciullo di oggi, lo evita. Trasformista, disposto a tutto, arrivista, incline al più turpe compromesso pur di stare nei palazzi. Perché il Pd dovrebbe concedergli il diritto di tribuna, un modo politicamente corretto per descrivere il solito paracadute sicuro, tipo la Boschi candidata a Bolzano nel 2018? Perché?».

Intanto il centrodestra lavora sui programmi ma ha fatto rumore la vicenda legata ad una battuta contro Giorgia Meloni di Elisa Anzaldo, conduttrice serale del Tg1 che, durante la rassegna stampa di Unomattina ha dichiarato che «Ha tanti altri peccati…», in risposta ad una battuta sul presunto passaggio da laziale a romanista della leader di Fratelli d’Italia. Polemiche che hanno costretto alle scuse la direttrice del Tg1 e la stessa Anzaldo.

E mancano ancora 53 giorni al voto…

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