Tutte le inchieste della magistratura attorno al Governo Meloni

Fascicoli di indagine aperti nelle procure, inchieste giornalistiche, accuse e smentite, ricostruzioni storiche. Da quando Giorgia Meloni è entrata a Palazzo Chigi i fari si sono accesi su lei e sul suo Governo in un crescendo che ha rimesso la questione giudiziaria al centro della politica italiana come già ai tempi di Silvio Berlusconi. La nota con cui fonti vicino a Palazzo Chigi si chiedevano se non sia “lecito domandarsi se una fascia della magistratura abbia scelto di svolgere un ruolo attivo di opposizione e abbia deciso così di inaugurare anzitempo la campagna elettorale per le elezioni europee”, ha solo messo nero su bianco un sentimento condiviso seguendo il filo di quanto accaduto in questi mesi. Vale la pena mettere insieme tutti i tasselli del puzzle.

– Partiamo dal ministro Santanché la cui iscrizione nel registro degli indagati per bancarotta dallo scorso mese di ottobre, circostanza di cui Santanché non è ancora a conoscenza secondo quanto da lei dichiarato in Parlamento, è stata annunciata dai giornali. La vicenda è quella di Visibilia, il gruppo editoriale da lei fondato e delle sue partecipazioni in altre società.

– C’è poi l’imputazione coatta chiesta dal gip di Roma per Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia, indagato per rivelazione di segreto d’ufficio in relazione al caso Cospito. La Procura di Roma aveva chiesto l’archiviazione della posizione di Dalmastro, il gip si è opposto imponendo l’apertura del processo.

– Da Milano ecco anche la denuncia per violenza sessuale contro Leonardo Apache La Russa, uno dei figli del presidente del Senato. Vicenda emersa a oltre un mese dall’episodio e della quale si sta occupando la Procura di Milano. Il legale della famiglia La Russa parla di rapporto consenziente, ma La Russa padre e famiglia sono sulle prime pagine di tutti i quotidiani per una storia che verrà chiarita nei prossimi mesi.

– La salita di Giorgia Meloni a Palazzi Chigi era stata, invece, accompagnata dalle voci sui rapporti pericolosi dei suoi genitori. La madre Anna Paratore accusata di essere stata una disinvolta imprenditrice immobiliare e il padre, Francesco Meloni (peraltro senza legami da anni con la figlia avendo abbandonato la famiglia quando la futura premier era appena nata), con lo scheletro nell’armadio di una condanna per narcotraffico nel lontano 1995. In Spagna. Non è una novità.

– La nomina di Guido Crosetto a ministro della Difesa aveva scatenato inchieste giornalistiche e polemiche per la sua presenza in aziende del settore. “Per tutti quelli che (non per amore) me lo stanno chiedendo, rispondo – aveva precisato Crosetto -. Mi sono già dimesso da amministratore, di ogni società privata (non ne ricopro di pubbliche) che (legittimamente) occupavo. Liquiderò ogni mia società, rinuncio al 90% del mio attuale reddito”.

– Nello Musumeci, ministro per la Protezione Civile, è finito invece nel tritacarne nel maggio scorso, a margine dell’inchiesta siciliana su favori e corruzione nella sanità isolana. La ragione? Il coinvolgimento di Ruggero di Razza, da sempre braccio destro di Musumeci e presente anche nel suo staff ministeriale dopo essere stato assessore alla Salute quando l’attuale ministro era presidente della Regione Sicilia.

– Il nome di Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia, è comparso nelle carte che hanno messo nei guai l’ex direttore generale dell’Agenzia delle dogane Marcello Minenna e l’ex parlamentare leghista Gianluca Pini, un tempo vicino a Giorgetti. La colpa di Giorgetti, secondo le ricostruzioni, essere citato come uno degli interlocutori cui Pini era in grado di arrivare nel corso della sua attività politica. Nessuna accusa, nessun coinvolgimento. Il Mef ha precisato che i rapporti tra i due erano interrotti ormai da tempo.

– Su Marina Calderone, ministro del Lavoro, e sul marito Rosario De Luca indaga la Guardia di Finanza per una storia riguardante presunti abusi della gestione del personale dell’Ordine dei Consulenti di cui è stata presidente per 18 anni prima che le subentrasse il consorte. “Illazioni generiche” la difesa, gli accertamenti chiariranno il quadro.

– Adolfo Urso, ministro per le Imprese e il Made in Italy, ha querelato invece Report per una puntata nel maggio scorso nel corso della quale il programma di inchiesta della Rai aveva sollevato il problema dell’esistenza di “facilitatori” a pagamento dai quali si doveva passare per arrivare al ministro. “Palesi falsità” la reazione di Urso che ha dato mandato ai suoi legali di querelare.

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