Patrick Zaki scarcerato (ma non assolto)

Patrick Zaki sarà scarcerato, per quanto non assolto. È quanto ha stabilito il tribunale di Mansoura, rinviando il suo processo all’inizio del prossimo febbraio. Non risulta ancora chiaro quando il giovane potrà lasciare la prigione, se oggi o nei prossimi giorni. Stando a quanto si apprende, sembra tuttavia possibile che la scarcerazione avvenga entro la giornata di domani. In tutto questo, è doveroso ricordare che il giovane continui comunque a rischiare una condanna fino a cinque anni di reclusione.

“Patrick sarà scarcerato ma è importante sottolineare che non sono decadute le accuse a suo carico: ciò vuol dire che all’udienza del primo febbraio potrebbero decidere di metterlo nuovamente in detenzione cautelare o, peggio, di condannarlo. Inoltre il giudice gli ha imposto il divieto di lasciare il Paese”, ha dichiarato all’agenzia Dire, Amr Abdelwahab, attivista del movimento Patrick Libero. “Più di tutto però temiamo che possano arrestarlo domani imputandogli nuovi capi d’accusa”, ha aggiunto.

In questo complicato contesto, l’avvocato Hoda Nasrallah ha fatto richiesta di avere accesso a tutte le prove incluse nel processo a carico di Zaki. Ricordiamo che il giovane è in carcere dal 7 febbraio 2020, con l’accusa di diffusione di false informazioni: al centro della vicenda giudiziaria si trovano, in particolare, tre articoli giornalistici dedicati alla persecuzione dei copti.

“Un enorme sospiro di sollievo perché finisce il tunnel di 22 mesi di carcere e speriamo che questo sia il primo passo per arrivare poi ad un provvedimento di assoluzione”, ha dichiarato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. “L’idea che Patrick possa trascorrere dopo 22 mesi una notte in un luogo diverso dalla prigione ci emoziona e ci riempie di gioia. In oltre dieci piazze italiane questa sera scenderemo con uno stato d’animo diverso dal solito e più ottimista”, ha aggiunto. “Primo obiettivo raggiunto: Patrick Zaki non è più in carcere. Adesso continuiamo a lavorare silenziosamente, con costanza e impegno. Un doveroso ringraziamento al nostro corpo diplomatico”, ha twittato il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio.

La situazione complessiva resta comunque incerta, visto che – come abbiamo detto – Zaki continua a rischiare fino a cinque anni di reclusione, senza trascurare il pericolo di un nuovo arresto. Uno scenario che deve quindi spingere a particolare cautela, evitando facili entusiasmi e tenendo al contempo presente le difficoltà politico-diplomatiche che l’Italia può incontrare nelle sue azioni internazionali. Sullo sfondo restano poi le sempre più complicate relazioni tra Roma e Il Cairo: una situazione dovuta sia al caso Zaki sia al caso Regeni. Una situazione di cui leader internazionali piuttosto spregiudicati (a partire dal presidente francese Emmanuel Macron) stanno molto probabilmente cercando di approfittare.

Leggi su panorama.it