Furbizia estiva o aumento del prezzo del petrolio. Cosa c’è dietro gli aumenti della benzina

Benzina self-service a 1,860 euro al litro, servito in autostrada a 2,179 euro al litro. Ci risiamo. Vacanze è sinonimo di fiammata dei prezzi dei carburanti. Lo abbiamo denunciato anche per Pasqua, quando con milioni di italiani in viaggio la benzina aveva registrato un +6% (+120milioni di euro rispetto alle festività pasquali 2022 secondo Codacons). E ora i numeri parlano chiaro e agosto, il mese con più macchine di vacanzieri, è alle porte. Il rialzo del costo del carburante, oltre a immediate conseguenze sulle tasche dei cittadini, impatta anche sull’inflazione e quindi di nuovo sulle tasche dei cittadini.

Alle 8 di ieri mattina su 18mila impianti le medie dei prezzi erano queste (dati arrivati dai gestori all’Osservatorio prezzi del ministero delle Imprese e del made in Italy ed elaborati dalla Staffetta): benzina self-service a 1,860 euro/litro (compagnie 1,866, pompe bianche 1,846), diesel self-service a 1,707 euro/litro (compagnie 1,713, pompe bianche 1,693). Benzina servito a 1,995 euro/litro (compagnie 2,039, pompe bianche 1,908), diesel servito a 1,846 euro/litro (compagnie 1,890, pompe bianche 1,757). Gpl servito a 0,703 euro/litro (compagnie 0,713, pompe bianche 0,691), metano servito a 1,424 euro/kg (compagnie 1,426, pompe bianche 1,422). Sulle autostrade: benzina self-service 1,929 euro/litro (servito 2,179), gasolio self-service 1,790 euro/litro (servito 2,052), Gpl 0,833 euro/litro, metano 1,543 euro/kg. Basta paragonare i dati della benzina: oggi è in media a 1860 euro self-service, a gennaio 2023 era a 1833,59, a marzo 2023 era a 1855,41.

Dopo mesi di ribassi siamo dunque intorno ai 2 euro per il servito. Perché? I petrolieri la spiegano così: il mercato del greggio è destabilizzato dalle incertezze geopolitiche per la guerra in Ucraina e quindi c’è la fluttuazione dei prezzi alla pompa. C’è poi il taglio ai barili. L’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio lo scorso 4 giugno ha confermato il taglio e fissato il target di produzione a 40,46 milioni di barili al giorno, fino al 2024. Si tratta di un ulteriore taglio di 1,4 milioni di barili rispetto alla quantità totale attualmente prodotta e che pesa per il 40% della produzione mondiale di greggio. C’è poi la congiuntura economica, che dà segnali di una tendenza verso la recessione. Ma c’è anche, da dire, che il rischio speculazione è sempre dietro l’angolo. All’aumentare della domanda, chi fornisce il prodotto ne approfitta, aumentando i listini. E i milioni di italiani in partenza in queste e nelle prossime settimane, alla macchina non possono rinunciare. Quindi il pieno si fa, anche a 2 euro al litro.

L’impatto sulle tasche degli italiani è sicuro, ma c’è di più. L’aumento del prezzo dei carburanti avrà conseguenze sulla prossima rilevazione dell’inflazione. A giugno l’Istat aveva confermato “una netta decelerazione” dell’inflazione, al 6,4%, grazie al progressivo calo dei prezzi del comparto energetico. E con l’inflazione c’è stata una lieve frenata anche del carrello della spesa (alimentari, cura della casa e della persona). Ma attenzione, il caro-carburanti può stoppare questi lievi progressi. Le merci che compriamo sono trasportate su camion e veicoli che vanno a benzina o a gasolio. Quindi quei 2 euro al litro li troveremo anche sugli scaffali dei supermercati prossimamente. E nelle prossime rilevazioni dell’inflazione.

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