WEF: Global Gender Gap 2023, Italia scende alla 79esima posizione

L’ultimo report del World economic forum sul divario di genere posiziona l’Italia in 79° posizione su 146 paesi analizzati. Rispetto al 2022 perdiamo ben 16 posizioni soprattutto a causa di un netto peggioramento nella categoria “leadership politica” dove passiamo dalla 40° alla 64° posizione di quest’anno. Per stilare la classifica sono state analizzate diverse macro categorie. Partiamo dalla “partecipazione economica”, dove l’Italia è in 104° posizione (110° nel 2022) ottenendo un punteggio dello 0,6% (la scala va da 0 a 1 che rappresenta la parità di genere). Prima di noi alla 103° posizione El Salvador e l’Uganda (102°). Esaminando le sottocategorie si scopre come per quanto riguarda la partecipazione al mondo del lavoro siamo al 93° posto a livello mondiale mentre per la parità di salario tra uomini e donne all’80°. Si scende alla 107° posizione se si va ad analizzare a quanto ammonta il divario nel reddito da lavoro stimato e al 100° se infine si osserva quante donne riescono a ricoprire ruoli dirigenziali o di management nel lavoro. Bene invece il mondo dei “professional and technical workers” dove si ottiene un punteggio dello 0.88%, molto vicino alla parità di genere.

Altra categoria analizzata è quella che riguarda il “livello di istruzione”. L’Italia si posiziona al 60° posto, perdendo una posizione rispetto al 2022 e ottenendo un punteggio dello 0,99%. Le sottocategorie di questa voce vedono: un livello di alfabetizzazione che ci posiziona al 65° posto, di iscrizione alla scuola primaria dove scendiamo al 77° posto e di iscrizione alla scuola secondaria dove cadiamo in 95° posizione. Un livello, che se confrontato alla media mondiale ci regala uno 0.99% descrivendo dunque una quasi uguaglianza totale per quanto riguarda il livello di istruzioni tra donne e uomini.

Terza categoria in gioco riguarda “la salute e dunque il potersi curare”. L’Italia si posiziona al 95° posto con un punteggio dello 0,96%, al pari merito con la Jamaica. Davanti a noi il Canada, il Barbados e il Belgio con percentuali vicino allo 0,98%. Su questa categoria c’è però da dire che rispetto al 2022 abbiamo scalato posizioni passando dalla 108° alla 95°.

Ultima macro categoria esaminata è la “partecipazione politica”. L’Italia in questo caso si classifica nel 2023 in 64° posizione perdendo ben 24 posti, ottenendo un punteggio solo dello 0,24%. Dato che sottolinea come il mondo della politica nel nostro Paese sia ancora appannaggio quasi esclusivo degli uomini. Meglio di noi fanno gli Usa, Malta, Panama e l’India. Ma andiamo ad analizzare le sottocategorie. Per quanto riguarda la presenza di donne nel Parlamento il punteggio è dello 0,48%. Scendiamo poi alla 53° posizione se si vanno a guardare quante donne ricoprono ruoli ministeriali (punteggio: 0,3%) e al 72° posto per quanto riguarda il numero di donne che hanno guidato il Paese. In questo caso il punteggio ottenuto è veramente basso: 0,007%. Aspetto quest’ultimo che risulta essere lacunoso anche in tutti gli altri paesi analizzati. Il report sottolinea infatti come sebbene vi sia stato un aumento del numero di donne che ricoprono incarichi decisionali politici in tutto il mondo, il raggiungimento della parità di genere rimane un obiettivo lontano e le disparità regionali sono significative. Al 31 dicembre 2022, circa il 27,9% della popolazione mondiale, pari a 2,12 miliardi di persone, vive in paesi dove le donne ricoprono il ruolo di capo dello stato. Dato significativamente in crescita, rispetto agli anni passati. Il 2022 ha visto una crescita anche nel numero delle donne che ricoprono ruoli chiave nella politica. Un’altra recente tendenza positiva che si è osservata a livello globale è la quota di donne nei parlamenti. Nel 2013, solo il 18,7% dei parlamentari erano donne, mentre nel 2022 siamo passati al 22,9%.

La classifica conquistata dai paesi nordici

Per il 14° anno consecutivo, l’Islanda occupa la prima posizione, ottenendo un punteggio del 91,2% (Italia 70%). Secondo il report il Paese continua ad essere l’unico ad aver colmato oltre il 90% del suo divario di genere. Nella top five globale troviamo altri tre paesi nordici: Norvegia (87,9%), Finlandia (86,3%), Svezia (81,5%), accompagnati dalla Nuova Zelanda che appartiene invece all’area dell’Asia orientale e del Pacifico. Focus Europa, c’è da evidenziare la Germania che sale al 6° posto (81,5%), la Lituania che ritorna nella Top 10 (80%) e il Belgio che entra in 10° posizione per la prima volta. L’Italia si trova invece al 30° posto su 36 paesi. Fanalino di coda Cipro.

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