Viola Davis, la mia guerriera un regalo per le bambine di oggi

(ANSA) – ROMA, 19 SET – Il plauso della critica al Toronto
Film Festival, dove ha debuttato in prima mondiale, e l’esordio
in testa alle classifiche Usa, con 19 milioni di dollari nel
weekend, ben oltre le aspettative, rendono già The Woman King di
Gina Prince-Bythewood, con Viola Davis mattatrice, uno dei
favoriti nella corsa agli Oscar. E’ il racconto – interpretato
fra gli altri, da Thuso Mbedu, Lashana Lynch, Sheila Atim e John
Boyega – della storia vera delle Agojie, il reggimento militare
al femminile che nel 1823 protesse gli assediati nel Regno
dell’Africa occidentale del Dahomey dai colonizzatori europei e
dagli orrori della tratta degli schiavi. Ispirato da personaggi reali, che la cineasta (coautrice
anche della sceneggiatura con Dana Stevens) ha sintetizzato
nelle varie guerriere, il film ha come protagonista Nanisca
(Davis), generale e leader indomita delle Agojie. Le guerriere,
per difendere il popolo Dahomey dal temibile Impero Oyo, che è
anche in combutta con i mercanti di schiavi portoghesi, guidano
le reclute ad entrare nel reggimento, attraverso un arduo
programma di addestramento. Fra le nuove arrivate c’è la giovane
Nawi (Mbedu), orfana alla nascita e cresciuta da un tutore
violento che vuole costringerla a un matrimonio per denaro. La
ragazza si dimostra un soldato eccezionale e feroce, per quanto
poco propensa a seguire le regole del reggimento che impongono
di non doversi sposare o avere figli. Un percorso intrapreso da
donne spesso reduci da terribili storie personali. “The Woman King è per chi prende rischi sfidando le persone
che non hanno mai creduto che una donna di colore potesse essere
il personaggio principale di un lungometraggio o potesse
portarlo in testa al box office”, ha spiegato Viola Davis nella
Q&A con il pubblico al Toronto International Film Festival. The
Woman King “lo considero il mio capolavoro perché rappresenta
tutto ciò che sognavo un film potesse essere. E’ un racconto per
la bambina che ero a sei anni, traumatizzata e chiamata ‘brutta’
non considerata e lasciata ‘invisibile’. Io ti vedo, Viola, e
vedo tutte le bambine come te. Ti dico di smettere di scappare,
questo è il regalo per te e tutte le bambine come te”. (ANSA).
   

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