«Siamo abbandonati. Dogane ed aeroporti sono chiusi. La Farnesina ci aiuti»

È iniziata l’invasione russa in Ucraina. Il presidente russo Vladimir Putin esorta le forze ucraine a consegnare le armi e “andare a casa”. L’operazione militare è per proteggere il Donbass. Nel frattempo gli italiani in Ucraina come il resto della popolazione cerca di scappare ma le frontiere sono chiuse. Come c’era d’aspettarsi la situazione è precipitata e gli italiani sono in trappola. La Farnesina oltre ad aver mandato un messaggio dove invitava gli italiani a lasciare il Paese con mezzi propri non ha fatto altro.
“Qui hanno bombardato cazzo ho pensavo che l’Italia trovasse il modo non solo di dire andate via, ma anche di aiutarci. Siamo in trappola, le dogane sono chiuse e non possiamo più scappare. Molti sono senza soldi e l’Italia non ci dato nessun supporto. Volete vedere solo bombe e morti? Cosa sta facendo il Ministro degli Esteri? » ci racconta preoccupatissimo Roberto Marcuccio che vive a Nikolaev in Ucraina.

Di cosa avete bisogno?

«Abbiamo bisogno che ci diano un canale preferenziale nella dogana ungherese. Zilenski ha appena annunciato che le entrata e le uscite dalle città sono tutte chiuse. Noi abbiamo un bancomat bloccato perché è scaduto e stiamo senza soldi. Siamo molto preoccupati perché non si sa come procederà Putin, sta attaccando sia dalla Bielorussia che dalla Crimea che è qui da noi. Non so se adesso entreranno da Odessa ma Nikolaev è certamente una delle prime città in cui entreranno i carri armati russi».

Come può intervenire l’Italia?

«Ormai è tardi la Farnesina non può più far niente, lo spazio areo è chiuso. L’Italia doveva pensarci prima a farci scappare. Io sarei scappato ma non ne avevo la possibilità non ho soldi, qui siamo gente normale. Adesso il guaio è stato fatto noi siamo qui come tutti gli Ucraini e se veramente scoppia qualcosa di importante, siamo in trappola. Se ci aprono le frontiere conviene scappare al nord ovest. Infatti l’unico fronte sicuro è quello Ungheria-Polonia perché la Russia sta attaccando da nord-est (Donbass) e da Sud (Crimea) e noi siamo bloccati perché ci sono i militari che non ci fanno uscire»

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