Dobbiamo dichiarare guerra a chi istiga al suicidio

Cosa accomuna un bosco, un ponte e il web? Quello che il filosofo siciliano Orestano definì “il male più grande della morte“, il suicidio.

Ma mentre è tristemente famoso il bosco di Jukai, situato ai piedi del monte Fuji, considerato il secondo luogo al mondo per numero di suicidi dopo l’altrettanto celebre ponte del Golden Gate di San Francisco, il web rappresenta oggi il luogo se possibile ancor più inquietante – e più attuale – stante il proliferare di siti internet e canali social che, sfruttando il male di vivere degli adolescenti e la loro traballante autostima, li istiga al suicidio fornendo supporto e guide pratiche per compiere l’irreparabile gesto.

Ciò che un tempo si ricavava da certa letteratura e da certi poeti maledetti, oggi entra incisivamente nelle nostre case, nei nostri telefonini, conducendo per mano i più deboli verso il precipizio della morte autoindotta, che rappresenta per i credenti, l’atto di maggiore ribellione verso Dio.

Il male più grande della morte è una definizione quanto mai appropriata ma, a questo, punto, direi che esiste un male ancora più grande ed è quello commesso da chi, per profitto, codardia o per puro sadismo, indirizza giovani vite verso l’abisso.

Già perché la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma ha appena oscurato il sito internet “Sanctioned Suicide” che ospitava una community con oltre 17.000 iscritti – anche italiani – “tutti legati dall’interesse nel trovare supporto per portare a compimento l’intenzione di suicidarsi“.

Qui era possibile confrontarsi sui metodi più efficaci per spirare, come assumere salnitro di sodio, una sostanza comunemente in commercio che, se ingerita in rilevanti quantità, risulta fatale.

Laddove poi intervengano difficoltà a procurarsi il prodotto ‘finito’, ecco allora che spuntano i siti che vendono fialette monouso pronte all’utilizzo: è capitato ad un diciannovenne della provincia laziale che aveva ordinato e fatto arrivare dalla Polonia un veleno potentissimo.

Il ragazzo, pentitosi subito del gesto, aveva anche tentato di chiedere aiuto, chiamando il 118, ma quando i sanitari sono giunti nel B&B di Trastevere dove si trovava, era ormai troppo tardi.

Questo è il terzo studente in pochi mesi a compiere il gesto estremo, come Matteo, un diciottenne di Bassano del Grappa che ha condiviso ‘live‘ le proprie intenzioni e gli ultimi istanti di vita proprio nella community chiusa dai Magistrati romani, ricevendo incoraggiamenti e sostegno: “fai buon viaggio“, gli hanno scritto e poi, quando non lo hanno più visto digitare in chat, si sono persino congratulati (“spero tu trovi la pace“).

Nessuno ha provato a fermarlo, nessuno ha tentato di avvertire le Autorità, tutti erano inebetiti e persino invidiosi di un ‘coraggio’ che ai forumers ancora manca.

Questo è il nichilismo delle nuove generazioni, quel vuoto lasciato dal reset degli assetti valoriali tradizionali, religiosi o laici (ad esempio politici), che avevano riempito le nostre vite alla loro età.

Oggi molti di questi ragazzi non credono più a nulla, non s’interessano più a nulla, non vogliono costruire più nulla e quando le pareti delle loro stanze, sempre più incombenti a causa anche dell’isolamento pandemico, si chiudono su di loro, stritolano un’anima incolore, impalpabile, inerme.

Non basta più l’amore della famiglia e degli amici (quelli veri, non i falsi e ignobili fan del suicidio in chat): quando l’ambizione e la curiosità del futuro (quella che spinge i bambini a voler ‘diventare grandi’) li abbandona e perdono ogni riferimento.

Non mi getterò nella trita retorica del “cari genitori, cercate di comprendere meglio i vostri figli“: è scontato e banale.

Io mi scaglio, semmai, contro tutti quei falsi profeti virtuali che incoraggiano questi gesti, quelli che sfruttano la debolezza, che strumentalizzano il vuoto dentro chi meriterebbe, semmai, di essere aiutato.

Condanno con forza tutti coloro che traggono vantaggi, emotivi o economici, dalla voglia di farla finita di soggetti ormai privi di volontà.

Non mi interessa la Giustizia di Dio, voglio la giustizia ora, subito, hic et nunc, qui e subito, voglio che la scure dei giudici si abbatta come una mannaia infuocata sui gestori di questi siti, community, su chi commercializza veleni ad hoc e su chi istiga al suicidio.

Voglio vederli marcire in galera, patire l’inferno del carcere e non mi interessa la finalità educativa della loro pena, perché chi ha scelto di essere il Male deve viverlo ogni giorno.

Chiudo con le parole di Papa Francesco ad una mamma che, dopo aver vissuto il dramma del figlio suicida, si struggeva per la condanna del figlio all’inferno: no, le disse il Sommo Pontefice, tra il ponte e l’acqua esiste sempre la misericordia di Dio.

Ma la misericordia di Dio non potrà mai nemmeno lambire le responsabilità dei vigliacchi che quel peccato estremo hanno provocato fornendo dettagli per comprare nitrito di sodio o altre sostanze letali e dispensando consigli per spingersi oltre la vita.

info: www.danielamissaglia.com

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