Anche il Demanio ha dubbi sull’albergo a Santa Croce di Gerusalemme

La nostra inchiesta sul Fondo Edifici di Culto ci ha portato a scoprire che nei locali attigui alla Basilica di Santa Croce in Gerusalemme a Roma c’è un albergo, un fatto a dir poco misterioso. Ai nostri dubbi si aggiungono oggi quelli molto più pesanti del Demanio, uno dei proprietari dello stabile.


La struttura in passato ospitava i monaci cistercensi mandati via con un decreto da Papa Benedetto XVI perché secondo quanto riportano le cronache il monastero si era trasformato in un albergo super lusso per politici e vip. Come abbiamo già raccontato l’albergo appartiene in parte al Fec e in parte al Demanio dello Stato. Vista la stranezza di trovare un hotel gestito da un privato in un sito archeologico di proprietà dello Stato abbiamo contatto tutti gli enti coinvolti per avere maggiori informazioni ritenendo la questione di particolare interesse pubblico.

Così in data 21 luglio abbiamo inviato una mail al Ministero dell’Interno con delle domande precise: Chi ha stretto la convenzione con l’albergo il FEC o il Demanio? Di che tipo di convezione o contratto si parla? Quanto pagano di locazione? È stata fatta una gara di appalto per l’aggiudicazione? Il restauro dei locali per la società da chi è stato commissionato? Come mai la società che si è occupata dei lavori ha sede in piazza Santa Croce in Gerusalemme come l’albergo?

La nostra richiesta, ci riferiscono dagli uffici competenti, è stata girata al funzionario del FEC che per il momento non ha risposto. Anche la società che si è occupata dei lavori non ha risposto alla nostra mail e contattati telefonicamente hanno risposto che il responsabile della società non era in sede e non si sa quando sarebbe tornato.

A rispondere puntuale invece alle nostre domande è stato l’ufficio stampa del Demanio dello Stato. In una telefonata di cui riportiamo il contenuto per dovere di cronaca è stato chiarita in parte la questione che sarebbe in mano all’avvocatura dello Stato. In pratica il Demanio non ha dato alcuna concessione all’albergo a titolo oneroso.

Eppure sul sito della società che ha realizzato i lavori di restauro si dice che questi sono stati fatti “sotto l’Alta Sorveglianza della Soprintendenza, del FEC e del Demanio dello Stato.”

A che titolo c’è un albergo nei locali attigui alla Basilica di Santa Croce in Gerusalemme?

«È stato stipulato un atto dal Fec in favore di questa società cooperativa per quanto riguarda la parte che riguarda loro. Per quanto riguarda invece l’agenzia del Demanio dello Stato l’atto di concessione a titolo oneroso cioè che rientra nella legge del 2005 non è stato stipulato perché siamo in attesa che l’avvocatura generale dello Stato renda il parere richiesto per definire i rapporti tra i soggetti coinvolti anche soprattutto in relazione ai lavori di manutenzione straordinaria e restauro che sono stati effettuati sull’immobile».

Come mai la società che ha fatto i lavori è la stessa che ha in gestione l’albergo?

«Per la parte che riguarda strettamente il Demanio credo che il nodo dell’avvocatura sia proprio questo».

Quindi queste persone non pagano nulla?

«No, non pagano nulla perché non è stato mai stipulato un atto di concessione a titolo oneroso».

Chi ha stipulato la gestione con loro?

«Per la parte che riguarda noi le interlocuzioni sono in corso loro hanno fatto una richiesta di concessione e noi abbiamo chiesto che l’avvocatura si pronunci».

L’albergo senza concessione, come fa ad essere nei locali della Basilica?

«Non lo sappiamo; infatti per questo abbiamo coinvolto l’avvocatura proprio per definire i rapporti pregressi fra i soggetti coinvolti».

Le stranezze quindi non mancano perché nonostante le nostre ricerche e richieste non emergono ancora atti ufficiali su come un privato possa gestire un hotel in un sito archeologico (oltretutto sembrerebbe senza concessione come riferisce il Demanio), a fronte di quale onere e soprattutto se è stata data la possibilità anche ad altri di poterlo fare con un avviso pubblico trattandosi di un bene dello Stato. Inoltre il FEC in prossimità della Basilica secondo la visura catastale ha altre 79 proprietà nelle vie centrali di Roma, non solo chiese, ma anche appartamenti e negozi di cui anche in questo caso non abbiamo trovato traccia di canoni di locazione pur trattandosi di pubblica amministrazione.

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