Virus respiratorio sinciziale, buoni risultati da un anticorpo

L’anticorpo monoclonale nirsevimab si è dimostrato efficace in condizioni reali nel prevenire le infezioni gravi da virus respiratorio sinciziale, una delle principali cause di gravi malattie respiratorie nei bambini, in particolare nei primi sei mesi di vita, e nel mondo è responsabile ogni anno di milioni di ricoveri pediatirci. I nuovi dati pubblicati sulla rivista The Lancet Child & Adolescent Health dalla Dalhousie University ad Halifax in Canada, indicano che l’anticorpo monoclonale riduce in media dell’83% il rischio di ricovero, dell’81% i ricoveri in terapia intensiva e del 75% le infezioni del tratto respiratorio inferiore nei bambini di età pari o inferiore a 12 mesi.

Lo studio conferma che la riduzione dei tassi di infezioni gravi da virus respiratorio sinciziale osservata nel corso degli studi clinici sul nirsevimab può essere ottenuta anche con l’introduzione dell’anticorpo a livello nazionale.

L’anticorpo monoclonale è stato approvato da diverse agenzie regolatorie nel 2023 e da allora sono stati implementati programmi nazionali per fornire ai neonati l’iniezione dell’anticorpo in diversi Paesi ad alto reddito. Gli anticorpi monoclonali sono proteine sviluppate in laboratorio che imitano la capacità del sistema immunitario di combattere i virus dannosi, a differenza dei vaccini che invece servono ad indurre il sistema immunitario a produrre una risposta immunitaria contro il patogeno.

I nuovi dati sono il frutto di una meta-analisi basata sui dati di 27 studi condotti durante la stagione 2023-2024 del virus respiratorio sinciziale in cinque Paesi (Francia, Italia, Lussemburgo, Spagna e Stati Uniti). E’ emerso che il nirsevimab è stato associato a una maggiore efficacia nella prevenzione dell’ospedalizzazione legata a virus respiratorio sinciziale nei bambini di età superiore ai 3 mesi (81%) rispetto a quelli di età pari o inferiore ai 3 mesi (76%) I risultati supportano l’uso di nirsevimab come intervento critico per prevenire l’infezione e gli esiti gravi nei neonati. 
   

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