Vaccini: Schillaci a Ue, cambiare norme risarcimento danni

E’ indispensabile che la Commissione europea in sede di rinegoziazione riveda la clausola” dei contratti di acquisto dei vaccini anti-Covid, “che pone a carico degli Stati membri il risarcimento e/o l’indennizzo dovuto per i danni cagionati dai vaccini, nonché le spese legali sostenute dalle case farmaceutiche produttrici nei singoli procedimenti, non essendo ragionevole che esse gravino sugli Stati membri, specialmente dopo l’autorizzazione all’immissione in commercio ordinaria dei singoli vaccini, come anche rilevato dalla Corte dei Conti europea”. Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, al Consiglio Salute a Bruxelles.

Durante il suo intervento Schillaci ha poi chiesto di considerare il ritorno ad acquisti nazionali. “Il contesto attuale” del Covid-19 rende “legittimo”, ha detto, anche “un progressivo ritorno a processi di acquisto” dei vaccini “ordinari, anche su base nazionale, anziché” un metodo “centralizzato a livello Ue come nella fase acuta”.

 “E’ delicata la questione del possibile ritorno alle procedure di acquisto o gestite direttamente dai singoli Stati anziché in base alla negoziazione centralizzata effettuata dalla Commissione europea – ha evidenziato il ministro -. Se è indubitabile che nel pieno dell’emergenza pandemica il ricorso siffatta procedura sia stato proficuo, mi pare che, pur dovendosi preservare l’obiettivo-valore della collaborazione tra gli Stati membri, il contesto attuale consenta di individuare strumenti d’acquisto ulteriori legittimando anche un progressivo ritorno a processi di acquisizione ordinari anche su base nazionale”. 

Il ministro ha aggiunto che resta “fondamentale in ogni caso la possibilità di accedere a tutti i vaccini autorizzati dall’Ema, tenendo conto ovviamente dell’evoluzione epidemiologica”.

   

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