Torna “Fitzcarraldo”, il film-mito di Herzog

Il motto di Werner Herzog, all’unisono con il suo eroe/feticcio Fitzcarraldo, risuona ancora oggi attualissimo: “Un uomo non può vivere senza sogni”.
    Che questo possa costare una sfida alla natura e a se stessi capace di trascinarti fino all’estrema resistenza e all’orlo dell’abisso, poco importa… conta di più credere che oltre la cima della montagna ti aspetta il tuo traguardo.
    40 anni fa il pubblico di tutto il mondo scopriva FITZCARRALDO, un titolo che è diventato leggenda e mille ne ha generate come per il suo regista, tra i fondatori del Nuovo cinema tedesco, e per il suo diabolico protagonista, Klaus Kinski che su questo set rischiò a ripetizione di uccidere ed essere ucciso, tanta era la paura che provava e incuteva.
    Grazie al prezioso restauro curato in 4K dallo stesso Herzog e alla passione del distributore italiano Viggo, il film ritrova adesso tutto il suo splendore e da domani sarà nelle sale: dapprima in sette città (da Mantova a Firenze) e poi in tutto il circuito nazionale di qualità.
    “Fitzcarraldo” è uno di quei film che sono entrati di forza nella storia del cinema per “dimensione” e “peso” molto più di tanti colossal hollywoodiani. Un film-limite, un’impareggiabile avventura durata anni tra enormi difficoltà logistiche e mutamenti nel cast a mostrare come nell’opera di Herzog si mischiano armoniosamente realtà e finzione, documento ed artificio.
    Già prima di essere terminato il film, che valse ad Herzog la Palma d’Oro per la Miglior Regia a Cannes nel 1982, era avvolto da leggende di ogni tipo a sottolineare la crudeltà del regista disposto perfino a uccidere indios e a distruggere la foresta amazzonica pur di materializzare la propria follia: spostare una nave di oltre 30 metri su per una collina per farla discendere in un altro fiume. Il film ha una forza quasi disumana che si regge su una libertà creativa capace di rendere l’impossibile possibile fino a trasformare una giungla inospitale e pericolosa in un set naturale dove un attore impossibile ma potente come Kinski, assieme a un piccolo cast in cui risplende una coraggiosa Claudia Cardinale, si mescola agli indios locali sotto lo sforzo attento di un regista visionario e a suo modo unico. Herzog narra le gesta di un avventuriero romantico, Brian Sweeney Fitzgerald detto Fitzcarraldo, che infrange ogni legge umana e divina per vincere una sfida impossibile: portare l’Opera lirica nella nativa Iquitos, nel cuore della foresta amazzonica. Per farlo scalerà una montagna con una nave spinta da migliaia di indios. Nei giorni in cui le sorti dell’Amazzonia sono sotto gli occhi del mondo, la “visione” di Herzog è ancor più suggestiva. Una curiosità: l’opera sognata da Kinski/Fitzcarraldo è l’Ernani di Verdi e quello che si vede nel film e’ l’allestimento di Werner Schroeter, altro maestro del cinema tedesco degli anni ’80. (ANSA).
   

Leggi su ansa.it