Tarantino, 60 anni tra teste rotte e lacrime per Bambi

Un ‘cuore selvaggio’ capace di intercettare tutta la gamma delle emozioni umane attraverso personaggi che hanno una sola mission: fare ‘la cosa giusta’ e farla subito. Personaggi antieroi, eterni ripetenti, animati da una dialettica senza sintesi, capaci così di parlare per ore e ore del Kahuna Big Burger hawaiano, di passi della bibbia (Ezechiele 25.17) e di miracoli, ma davvero preparati solo nel sapere cosa volesse dire davvero Madonna con la canzone ‘Like a virgin’. Questa solo una parte del mondo di Quentin Tarantino, il regista di quel capolavoro che è PULP FICTION, che il 27 marzo farà sessant’anni. C’è chi chiama Tarantino ‘Celluloide viva’, per la conoscenza maniacale del cinema, chi regista DJ, per la sua capacità di passare da un genere all’altro, chi filosofo della violenza, per il suo amore per il gore, lo splatter, e chi regista meta-storico, per la sua personalissima rivisitazione di periodi del passato come ha fatto, ad esempio, in BASTARDI SENZA GLORIA. Grande esperto di cinema d’autore e b-movie, ma non certo per il suo lavoro nel videonoleggio Manhattan Beach Video Archives a Los Angeles: “Non sono diventato un cinefilo perché lavoravo lì – ci tiene a sottolineare Tarantino -. È esattamente il contrario: mi hanno preso a lavorare in quel posto perché ero appassionato di cinema e sapevo tutto sull’argomento”. Negli anni Ottanta inizia a scrivere sceneggiature (UNA VITA AL MASSIMO, NATURAL BORN KILLERS e DAL TRAMONTO ALL’ALBA), per arrivare poi nel 1992 al suo esordio come regista con LE IENE (Palma d’oro a Cannes) e al primo Oscar, quello alla miglior sceneggiatura originale, andato, due anni dopo, a PULP FICTION. E questo sino al suo nono film da regista, C’ERA UNA VOLTA A HOLLYWOOD, dopo aver vinto un altro Oscar nel 2013 per la migliore sceneggiatura originale per DJANGO UNCHAINED. Tra le pieghe della vita di questo regista, sceneggiatore, attore, tante curiosità. Tra i registi preferiti, ad esempio, troviamo tanti italiani: Sergio Leone, Mario Bava, Fernando Di Leo, Sergio Corbucci, Lucio Fulci, Sergio Sollima, Enzo G. Castellari, Umberto Lenzi, Michele Soavi, Ruggero Deodato, Antonio Margheriti e Carlo Lizzani. Mentre sul fronte internazionale: Brian De Palma , John Woo, Roger Corman, Jean-Luc Godard, Martin Scorsese, William Friedkin, Jean-Pierre Melville e autori di nicchia come André De Toth, Monte Hellman e Jack Hill. Per quanto riguarda il presente c’è una lunga ombra sui suoi molti fan per la notizia che Tarantino andrà in pensione dopo il suo decimo film (una cosa annunciata da tempo). Lo farà davvero? Nessuno lo sa, ma quello che è certo è che avrebbe già scritto la sceneggiatura del suo prossimo film. Si tratta di THE MOVIE CRITIC e avrà al centro della storia una protagonista femminile. Una donna che si muoverà nella Los Angeles degli anni Settanta e potrebbe essere ispirata a Pauline Kael, influente critica nota per i suoi scontri con editori e filmmaker ed ex consulente della casa di distribuzione Paramount negli anni ’70, nonché critica pioniera del movimento cinematografico della New Hollywood. Una critica che avrebbe anche ispirato altri registi come Wes Anderson. Nessuno studio di produzione è ancora ufficialmente coinvolto nel progetto, anche se alcune trattative, secondo Hollywood Reporter, dovrebbero partire a breve e in prima linea potrebbe esserci Sony Pictures, che ha distribuito anche C’ERA UNA VOLTA HOLLYWOOD. L’anno scorso poi, Tarantino ha pubblicato una raccolta di saggi ispirati proprio al lavoro di Pauline Kael intitolato CINEMA SPECULATION. Un libro che, tra l’altro, il 7 aprile presenterà alla Libreria Mondadori Duomo di Milano e disponibile dal 21 marzo per La nave di Teseo. Inoltre, voci dicono che Tarantino ha in programma di girare quest’anno una serie tv in otto episodi che segnerebbe il suo primo lavoro sul piccolo schermo. Infine, una curiosità: nonostante sia amante di scene cruente come le teste spaccate dei nazisti in BASTARDI SENZA GLORIA, sembra che Tarantino sia stato segnato per sempre dal primo film che ha visto insieme al patrigno, ovvero BAMBI della Disney: “È un film traumatizzante – ha detto in un’intervista – , sono dovuto uscire dal cinema. Se avessi saputo che c’erano incendi, caos, morti, sarei stato preparato, invece non lo sapevo, c’era una confusione della miseria”. E c’è anche chi gli dà regione come il critico Richard Corliss del Time che ha inserito BAMBI nella classifica dei migliori horror della storia del cinema.

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