Silicon Valley Bank fallisce e spaventa i mercati

Silicon Valley Bank getta la spugna e fallisce dopo i tentativi di raccolta fondi caduti nel vuoto e una fuga dei clienti più veloce delle trattative per una sua vendita. Le autorità americane chiudono l’istituto e ne assumono il controllo decretandone di fatto il fallimento, il secondo maggiore della storia americana dopo il collasso di Washington Mutual nel 2008.Il crollo agita i mercati preoccupati per un possibile effetto contagio e spaventati dall’ipotesi che il fallimento possa essere una nuova ‘Lehman Brothers’. Le borse europee chiudono tutte in calo appesantite dal settore finanziario.
 
Negativa anche Wall Street dove, oltre a Silicon Valley Bank, gli investitori cercano di digerire i dati a luce e ombre sul mercato del lavoro americano. L’economia ha creato in febbraio 311.000 posti, più delle attese degli analisti. Il tasso di disoccupazione però è salito al 3,4%. Indicazioni che quindi mantengono la pressione alta sulla Fed in attesa del dato sulla disoccupazione la prossima settimana e della decisione sui tassi din interesse alla fine di marzo. A celebrare la tenuta del lavoro americano nonostante l’aggressiva campagna di rialzi del costo del denaro della Fed è Joe Biden. I dati “sono buoni” e mostrano come il “mio piano economico funziona”, ha detto il presidente americano osservando come, anche se resta da fare per far scendere l’inflazione, l’economia è nella giusta direzione. Andando avanti, ha aggiunto, la minaccia maggiore è il tetto del debito, per il quale si profila una battaglia in Congresso.

La Casa Bianca, insieme al Tesoro, segue gli sviluppi e monitora quanto sta accadendo a Silicon Valley Bank, la banca specializzata nei finanziamenti di start-up tecnologiche la cui caduta è stata accelerata da alcune società di venture capital – inclusa Founders Fund di Peter Thiel – che hanno consigliato alle aziende in portafoglio di ritirare i soldi dall’istituto. Un consiglio che si è tramutato in una fuga e in una fallimento a stretto giro, nel giro di meno di 48 ore. Alle prime difficoltà Silicon Valley Bank ha cercato prima di rassicurare e poi di rafforzarsi raccogliendo nuovi fondi. Un’operazione disperata che, però, non è riuscita avviando una spirale finita poi fuori controllo con il fallimento. Per la California si tratta della seconda banca persa in pochissimo tempo: oltre a SVB infatti Silvergate Capital Corp ha deciso di chiudere le sue attività e procedere con la liquidazione.

Il caso Silicon Valley Bank, affermano alcuni osservatori, non è una nuova Lehman Brothers ma mostra gli effetti degli aumenti dei tassi di interesse da parte della Fed sulla liquidità. I problemi di SVB affondano le radici al picco del boom dell’industria tecnologica, quando la società ha deciso di parcheggiare 91 miliardi di dollari di depositi in titoli legati ai mutui e Treasury, che erano bollati come sicuri ma che ora valgono 15 miliardi in meno di quando sono stati acquistati da SVB a causa degli aumenti dei tassi. Con il fallimento i 175 miliardi di dollari di depositi, inclusi quelli di alcuni dei nomi maggiori del mondo tecnologico, finiscono sotto il controllo della Federal Deposit Insurance Corp. L’agenzia federale ha già creato una nuova banca, la National Bank of Santa Clara, per i depositi e i gli asset di SVB: il nuovo istituto sarà operativo da lunedì per facilitare i prelievi da parte degli clienti dell’istituto fallito.

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