sabato, 21 Giugno 2025
Rete globale anti pandemie, le norme del piano Oms

Approccio integrato One Health, rafforzamento dei sistemi sanitari nazionali, promozione della produzione locale di vaccini e strumenti medici, creazione di un sistema multilaterale di accesso e condivisione dei patogeni e dei benefici (Pabs), e istituzione di una rete globale di logistica e approvvigionamento gestita dall’Oms. E poi ancora la creazione di una rete globale per le forniture sanitarie, un meccanismo di condivisione equa dei benefici derivanti dall’uso di agenti patogeni e l’impegno per una produzione locale sostenibile di strumenti sanitari essenziali. Senza dimenticare la lotta alla disinformazione e alla sfiducia nei confronti delle istituzioni e della scienza.
Sono le linee del nuovo Accordo pandemico globale dell’Oms, approvato dopo la lezione del Covid dall’Assemblea Mondiale della Sanità dopo un lavoro iniziato nel 2021. Il testo dovrà essere ratificato dopo una serie di documenti e accordi che pendono su diverse questioni. In 35 articoli si stabilisce un quadro giuridico vincolante e sull’accordo l’Italia si e’ astenuta, con altri 10 Paesi, a garanzia della sovranità nazionale (passaggio inserito proprio su richiesta dell’Italia durante i negoziati già nei mesi scorsi) e in via precauzionale in vista del completamento del percorso.
– Lo scopo. Il documento stabilisce che l’obiettivo del trattato è prevenire, prepararsi e rispondere alle pandemie, promuovendo l’equità tra e all’interno dei Paesi nel rispetto del “diritto sovrano” degli Stati. Il documento è guidato dai principi “di equità, solidarietà e trasparenza” e sottolinea che le decisioni in materia di salute pubblica di fronte alle pandemie devono basarsi sui “migliori dati scientifici e fattuali disponibili”.
– I Paesi devono rafforzare le capacità di prevenzione e sorveglianza delle pandemie rafforzando la prevenzione delle malattie infettive emergenti e riemergenti, “misure di individuazione e controllo precoci”, la gestione del rischio biologico in laboratorio e la vaccinazione di routine, evitando anche la trasmissione di malattie tra animali ed esseri umani.
– Produzione locale e sostenibile. I Paesi sono invitati ad adottare misure per garantire “una distribuzione geografica più equa e un rapido aumento della produzione globale di prodotti sanitari correlati alle pandemie” e per rendere l’accesso a tali prodotti “più sostenibile, rapido ed equo” e ridurre il potenziale divario tra domanda e offerta in caso di emergenza.
– Trasferimento tecnologico. E’ stato uno dei punti più discussi. L’obiettivo è promuovere il trasferimento tecnologico attraverso una serie di misure quali licenze, capacity building, incentivi e condizioni per la ricerca e lo sviluppo, appalti o finanziamenti e misure di politica regolatoria.
– Accesso ai patogeni e condivisione. Previsto un ‘Pathogen Access and Benefit Sharing System’ (Pabs), ovvero i prodotti sanitari derivanti dal loro utilizzo, come vaccini e test.
L’obiettivo è quello di avere una condivisione rapida e sistematica delle informazioni sull’emergere di patogeni con il potenziale di scatenare una pandemia. Ogni azienda farmaceutica che accetta di partecipare al meccanismo dovrà, in caso di pandemia, mettere a disposizione dell’Oms “un rapido accesso a una percentuale mirata del 20% della sua produzione in tempo reale di vaccini, terapie e dispositivi diagnostici sicuri”, incluso un “minimo del 10%” come donazione e la percentuale rimanente “a un prezzo accessibile”. Qualsiasi azienda può partecipare, anche se la sua sede centrale si trova in un Paese che non è membro dell’Oms. Le modalità pratiche del meccanismo devono ancora essere negoziate e dettagliate in un allegato entro maggio 2026. – Catena di approvvigionamento e logistica. L’accordo prevede anche l’istituzione di una “rete globale di catena di approvvigionamento e logistica” (rete Gscl), per facilitare “un accesso equo e tempestivo ai prodotti sanitari correlati alla pandemia”.
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