Pugilato a Times Square, ora lo Sceicco punta al Colosseo

(di Alessandro Castellani) Dal bacio del marinaio immortalato da
una foto diventata un’icona del secolo scorso allo scambio di
pugni, quasi senza sosta, fra Teofimo Lopez e Arnold Barboza jr
e fra Ryan Garcia e Rolando Romero. E’ la trasformazione di
Times Square, luogo simbolo di New York e prima tappa
dell’ambizioso progetto del saudita Turki Alalshikh, 43enne
consigliere alla corte reale dell’Arabia Saudita e presidente
della Gea, o ‘General entertainment authority’, in pratica il
ministero del turismo. Alalshikh è considerato anche ‘il ‘nuovo
Don King’, anzi il Re Mida del pugilato mondiale che, in questo
primo evento spalleggiato dall’ex campione e ora promoter Oscar
De La Hoya, vuole “portale il pugilato – parole sue – in alcuni
dei luoghi più iconici del mondo”.
    Sembrava quasi una follia, invece forte di un patrimonio
personale stimato in due miliardi di dollari e dell’appoggio
della famiglia reale, è subito passato dalle parole ai fatti.
    Aveva promesso di partire il 2 maggio da Times Square e, voilà,
il gioco è fatto, e ecco il ring in piazza, in mezzo ai
grattacieli e agli schermi luminosi delle pubblicità e le
insegne che illuminavano a giorno il quadrato, mentre a bordo
ring c’erano 300 addetti ai lavori e Vip selezionati per
l’occasione: non hanno pagato, il loro accesso era previsto solo
su invito. Per strada, invece, c’erano svariate migliaia di
persone assiepate dietro alle transenne da dove vedevano
arrivare i pugili. Uno di loro, il campione del mondo Wbo dei
superleggeri Teofimo Lopez, proveniente da Brooklyn e che ha
vittoriosamente difeso il titolo contro Arnold Barboza
centrandolo in tutto con 73 colpi, per calarsi ancor più
nell’atmosfera della città e della serata, è arrivato a bordo di
uno ‘yellow cab’, i taxi gialli che sono parte essenziale del
panorama di Manhattan. Insomma, c’era tanta gente entusiasta
che, da sotto il quadrato o stando in strada a guardare gli
incontri sul megaschermo posizionato per l’occasione, si è
radunata non più per la notte dell’ultimo dell’anno ma per un
evento poco usuale da quelle parti, e si è gustata dei match che
non hanno tradito le attese. Unici delusi, e non erano affatto
pochi, i tifosi di Ryan Garcia arrivati dalla California, che
hanno visto il loro beniamino perdere a sorpresa contro Rolando
Garcia, che ora avrà la chance di combattere per il mondiale. Se
poi tutto ciò possa essere replicabile, come vuole fare
Alalshikh, nel carcere di Alcatraz, sotto la Torre Eiffel,
davanti alle Piramidi e dentro al Colosseo, questa è un’altra
storia che solo il futuro potrà definire. Certo sarebbe bello
vedere un Manny Pacquiao, che ha appena annunciato il rientro e
a luglio sfiderà Mario Barrios per il Mondiale dei welter,
combattere là dove venne celebrata l’epopea dei gladiatori. In
fondo lo sono anche un po’ i pugili, e Turki Alalshikh ci sta
già lavorando.
   

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