lunedì, 14 Luglio 2025
Pimenta “milioni dalla Fifa, ma si gioca troppo”

Un calciomercato anomalo,
condizionato sicuramente dalla novità del Mondiale per club, con
alcune squadre già formate ed altre che devono ancora dare fuoco
alle polveri. E poi c’è una variabile sempre più rilevante: i
calciatori rischiano di giocare “troppe partite”. Dal torneo
Made in Usa voluto dalla Fifa sta per piovere sull’Europa una “cascata di soldi” ma bisogna saper investire. Per i procuratori
di calcio il nuovo torneo è un’opportunità ed un oggetto di
studio. “Sono negli Usa da un paio di settimane per questo
torneo. E tutti noi agenti ci chiediamo cosa cambierà e che
impatto avrà sul mercato”, racconta Rafaela Pimenta al telefono
con l’ANSA.
Avvocato, brasiliana, per anni collega di Mino Raiola è al
comando di una agenzia di procuratori sportivi che tra i suoi
assistiti vede campioni come Erling Haaland: Pimenta viene
definita la donna più potente del calcio. “A causa del Mondiale
per club il mercato è iniziato da un mese e mezzo. Però –
aggiunge – come alla Coppa del Mondo, tutti sono in attesa di
vedere se spunta un campione”. C’era bisogno del Mondiale? “Cambia il contesto. Ad esempio, gli allenatori in Europa non
hanno mai visto dal vivo i giocatori del Flamengo, qui è
possibile. Però si deve saper attendere. Nella prima fase ci
sono state tante squadre e in posti lontani. Le stesse squadre
hanno avuto bisogno di capire dove si trovavano, dagli ottavi
inizia un torneo più concentrato”.
Arriveranno anche tanti soldi: “Una cascata che va
direttamente ai club ma bisogna saper spendere. Credo che si
investirà di più. E’ vero che i club pianificano di più rispetto
al passato ma nel calcio contano anche amore e entusiasmo. Se un
club si innamora di un calciatore, alla fine farà di tutto per
averlo. Diciamo che quelli che avranno più soldi avranno la
possibilità di innamorarsi di più”, aggiunge sorridendo.
Il Mondiale per club rischia però di creare problemi ai
giocatori che non hanno ormai più soste e rischiano di
infortunarsi facilmente. “E’ una mia battaglia – sottolinea
Pimenta -. Dobbiamo urgentemente creare regole per fissare
quanti minuti può giocare un calciatore in una stagione. Poi
saranno le società a decidere se e dove farlo giocare. Ne ho
anche parlato in un gruppo di lavoro dell’Uefa che sta studiando
la questione. Hanno capito che c’è un problema”.
“Le pressioni – aggiunge – sono tante e forti. Tutti vogliono
vedere i titolari e le star sempre in campo ma è impossibile. Vi
ricordate quando Messi non scese in campo per un’amichevole
dell’Inter Miami a Hong Kong? Si scatenò un inferno. Tra i miei
assistiti ho giocatori che hanno dieci giorni di vacanze
all’anno ma così, anche se pagati benissimo, non vanno tanto
avanti. Crolli fisici ed infortuni sono un rischio reale”. “Le
società vogliono farli giocare, i tifosi li vogliono vedere ed
anche gli stessi calciatori non vogliono fare panchina. Si deve
intervenire dall’alto”.
La Serie A è diventata un mercato di vecchietti? “Non è vero.
Ha un suo fascino per lo stile di gioco e per la qualità della
vita. Un campionato molto umano in un mondo sempre più legato al
business. Gimenez, ad esempio, aveva tante proposte ma ha scelto
di andare al Milan perché voleva stare in Italia”. Però i
giocatori italiani non hanno mercato all’estero. “Non è vero.
Hanno mercato ma gli italiani come i messicani non vogliono mai
lasciare il proprio paese”. Ma quanto costa attrezzare una
squadra per vincere la Champions? “Non bastano solo gli
investimenti. Comunque se si ha una buona base, almeno 500
milioni in diversi anni”. Per capire, quanto costerebbe Lylian
Mbappé? “E’ fantacalcio ma, se è un gioco, in base ai valori di
mercato direi non meno di 300 milioni”. “Vorrei aggiungere un
aspetto importante – conclude Pimenta – Nel 2030 il calcio
femminile sarà il quinto sport più seguito al mondo, ovvero solo
tra cinque anni. Ogni anno i suoi valori si moltiplicano del
35%, mentre il calcio del 5%. Quindi, dico una cosa: attenti
alle donne”.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA