Per Elly Schlein combattere il nemico politico vale più di tutto il resto, calcio compreso

Non c’è nulla da dire: Elly Schlein è la nuova «donna copertina». C’è la gara ad ospitarla in tv e sui giornali, lei nuovo segretario del Pd o forse molto di più: nuova speranza della sinistra. E così giorno dopo giorno grazie ad interviste e talk show scopriamo nuovi lati del carattere di questa ragazza, donna (decida lei); lati che ci aiuteranno ad avere un quadro completo della sua personalità. E oggi di cose ne abbiamo sapute di interessanti.

No, non stiamo parlando del suo essere favorevole alla liberalizzazione della cannabis («per contrastare la criminalità…» con buona pace dei danni che questo provocherebbe soprattutto su giovani e giovanissimi per cui la droga leggera è una vera piaga. Per questo la invitiamo a leggere le parole di uno dei responsabili della comunità di recupero di San Patrignano, qui su Panorama.it), parliamo di qualcosa di più profondo, di più «grave» per quella che è la tradizione e la cultura italiana.

«Da piccola tifavo Milan, poi ho capito di chi era (Berlusconi n.d.r.) ed ho cambiato. Sono diventata tifosa della Juventus ed ora ho cambiato ancora e sono sostenitrice del Bologna».

Schlein dovrebbe sapere che gli italiani hanno due cose «sacre»: la mamma (ed in generale la Famiglia) e la squadra di calcio. Siamo un popolo in grado di cambiare opinione alla velocità della luce su qualsiasi cosa; di saltare da un partito all’altro con naturalezza disarmante passando da renziani a grillini, da salviniani a meloniani in un batter d’occhio. Siamo un paese di persone che cambiano moglie o marito come al calciomercato. Non c’è nulla di certo, nulla, tranne i parenti e, appunto, la squadra del cuore, la maglia, per alcuni la “fede”.

Ed Elly invece tradisce tutto questo, per ben due volte. Invitiamo a raccontare questo agli avventori di qualsiasi bar italiano, poi ci dica le facce ed i commenti. Immaginiamo che «venduta» possa essere il complimento migliore tra tutti gli insulti che potrebbe ricevere. Passare poi dal Milan alla Juventus è roba che va ben oltre il tradimento…

Ma a destare curiosità è la motivazione del primo cambio di casacca. La neo segretaria, milanista, è diventata juventina dopo aver capito che la squadra rossonera era di Berlusconi. Ecco, più che la tifoseria del calcio vale quella politica. Berlusconi, il simbolo del male assoluto. Berlusconi da detestare e condannare a prescindere, anche quando ha ragione (mai, ovviamente secondo la Schlein), anche quando fa le cose giuste e per bene. Come bene ha fatto da Presidente del Milan portato da lui ad essere la squadra più titolata di sempre, del mondo. Ma lei no.

Così, mentre i tifosi rossoneri (di tutti i partiti, sia chiaro) festeggiavo per le prodezze di Van Basten, Gullit e compagnia la signorina Schlein preferiva esultare davanti alle inchieste della Boccassini, o alle crisi dei governi guidati dal leader di Forza Italia. E, se il criterio era questo, crediamo che nel suo televisore Rete 4, Canale 5 ed Italia 1 non siano mai stati presenti dato che il proprietario è sempre lui, l’uomo di Arcore.

Sarebbe da riderci sopra ma in realtà questo denota dei limiti culturali e politici. Questa idea per cui l’avversario politico sia un nemico, che il nemico ha sempre torto, a prescindere. Limiti che vanno benissimo per un ragazza alle prime armi non per il segretario del secondo partito del paese e leader dell’opposizione.

Qui serve lucidità, onestà intellettuale. Serve si la critica ma costruttiva, arrivando persino a capire e a condividere le posizioni del governo, quando sono giuste o si ritengono giuste. Ad esempio: oggi il segretario si trova davanti al primo bivio della sua presidenza: armi all’Ucraina si o no? (e su questo Giuseppe Conte sta già facendo la sua forte pressione). Cioè: stare con Giorgia Meloni, e essere coerenti con le scelte atlantiste ed europeiste del Pd di Letta, o cambiare opinione, rinnegare tutto, per combattere la «destra»?

Leggi su panorama.it