Pediatri, contro il mal d’auto no a videogiochi in viaggio

(ANSA) – ROMA, 07 LUG – Il mal d’auto è un disturbo molto
frequente tra i 3 e i 12 anni. Per evitarlo è bene partire di
buon ora quando il bambino ha ancora sonno, guidare senza troppe
accelerazioni, mantenere l’ambiente fresco, distrarre il bimbo
cantando ed evitare l’utilizzo di videogiochi. A indicarlo sono
gli esperti dell’Ospedale bambino Gesù di Roma da cui, in vista
delle ferie arriva un vademecum per vacanze sicure insieme ai
bambini.
    Pallore, sbadigli, sudorazione fredda, malessere, senso di
nausea spesso seguito da vomito sono i sintomi del mal d’auto e
mal di mare, disturbo dovuto a una ipersensibilità del centro
dell’equilibrio (labirinto), situato nell’orecchio interno che,
in bambini predisposti, sollecita più del dovuto il sistema
neurovegetativo. In chi ne soffre, lo scorrere visivo del
paesaggio laterale provoca stimoli contraddittori, rispetto al
corpo che è fermo. Per questo è utile invitare il bimbo a
guardare la strada davanti. Nei viaggi più lunghi, su
prescrizione del pediatra, si può somministrare un farmaco
specifico ma “ha effetti positivi e nessun effetto collaterale”
anche l’uso degli appositi braccialetti.
    In vacanza, ricordano i pediatri, bisogna far attenzione ad
evitare l’esposizione al sole nelle ore più calde. In
particolare andrebbe evitata del tutto in neonati al di sotto
dei 6 mesi, mentre tra i 6 mesi e i 2 anni è consigliabile
evitare l’esposizione tra le 10.30 e le 18.30. È sconsigliabile
anche far fare il bagno al mare al di sotto dei 6 mesi poiché la
delicata pelle del bimbo sarebbe esposta troppo precocemente al
sole.
    Per le vacanze al mare, la tipica paura dei genitori è
l’incontro con meduse e tracine: nel caso in cui avvenga,
applicare, senza frizionare, sabbia o acqua calda per
disattivare la tossina, poi detergere con acqua salata e
applicare gel al cloruro di alluminio al 5% ma non l’ammoniaca.
    Per quanto riguarda la montagna, un bambino sano ha la
stessa tolleranza di un adulto per l’alta quota. Ma sotto i 3
mesi di vita è “sconsigliabile portarli in alta montagna in
quanto vi è ancora una immaturità polmonare”. (ANSA).
   

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