giovedì, 8 Maggio 2025
‘Nonnas’, quattro attrici cult ai fornelli per Netflix

Anche Netflix ha la sua
commedia tra i fornelli. Il 9 maggio arriva in menù Nonnas,
lungometraggio dedicato alla storia vera di Joe Scaravella
(Vince Vaughn), un uomo di mezza età, italo-americano di terza
generazione, che dopo la morte della madre trasforma la
devozione per le ricette di famiglia nel suo sollievo e
riscatto. Con i soldi dell’eredità compra una vecchia tavola
calda e apre Enoteca Maria.
“Il cibo è amore. Voglio un posto che non serva solo da
mangiare, ma dove senti di essere in famiglia”, dice per
motivare l’amico di una vita interpretato da Joe Manganiello.
L’idea è di mettere in cucina quattro mature signore di origine
italiana che “preparino i piatti tramandati nelle loro case”.
Lo sviluppo è piuttosto scontato: l’idea sembra folle, ma
l’allegra brigata ha grinta da vendere e ognuno dei suoi
componenti ha bisogno di rimettersi in gioco. La passione aggira
le prime difficoltà, ma poi le cose si mettono molto male fino
ad un salvataggio quasi fuori tempo massimo, quando finisce
tutto a cannoli e vino (con una tarantella di gruppo in
sottofondo). Per raccontare l’epopea di questo ristorante di
Staten Island, il regista Stephen Chbosky ha diretto quattro
attrici di razza come Brenda Vaccaro, Lorraine Bracco, Talia
Shire e Susan Sarandon, i cui crediti vanno da ‘Un uomo da
marciapiede’ a ‘Il Padrino’, da ‘Quei bravi ragazzi’ a ‘Thelma &
Louise’ (nove nomination agli Oscar tra tutte).
Se si riesce a non far restare indigesti gli stereotipi, le
espressioni italiane storpiate dagli attori americani (il solito ‘Capisce?’ o varie imprecazioni assurde) e i sacrilegi di
alcune ricette (come quella del sugo che deve avere un
retrogusto zuccherino), Nonnas rimane un film che celebra le
donne in un’età non consueta per Hollywood, la loro
determinazione e bellezza.
La sequenza più riuscita è anche la più semplice: le quattro
donne sedute in cerchio, si scambiano confidenze sulla vita,
confessando ferite e segreti, ma anche mostrando affinità e
tenacia. In un’intervista Chbosky ha ammesso: “Mi piacerebbe
attribuire a me stesso il merito di quella scena, ma invece è
stata Susan (Sarandon) a prendere il controllo. Abbiamo girato
per tre ore con più camere, e il risultato è stato un autentico
lampo di genio”.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA