Nba: torna Udoka,a Houston non contano relazioni su posto lavoro

(ANSA) – ROMA, 29 APR – “Ho fatto diffondere un comunicato
mesi fa, quando è successo tutto, e mi sono scusato con molte
persone per la posizione non facile in cui le ho messe. La penso
ancora così, e provo ancora più rimorso ripensando a quanto è
accaduto. Nel frattempo ho lavorato su me in molti modi diversi,
migliorando sotto vari aspetti e riflettendo a lungo. Penso che
ciò mi renderà un allenatore e un leader migliore”.
    Lo ha detto Ime Udoka nel giorno della sua presentazione come
nuovo capo allenatore degli Houston Rockets, franchigia texana
che, sperando in un draft favorevole, ripartirà praticamente da
zero. Però le parole del suo nuovo tecnico si riferiscono non al
basket giocato ma a quanto gli è successo lo scorso settembre,
quando si apprestava a cominciare la sua seconda stagione ai
Boston Celtics, condotti nel 2022 (alla sua prima esperienza da
head coach) alle finali per il titolo Nba, poi perse contro
Golden State.
    Udoka venne sospeso a tempo indeterminato per via di una
relazione “intima e consenziente” con un membro femminile dello
staff dell’organizzazione stessa, comportamento considerato
punibile dal codice interno della franchigia, che vieta
tassativamente le relazioni sul posto di lavoro. Ma sette mesi
senza basket è stata una ‘pena’ troppo lieve, come sostengono
alcuni commentatori (ma non il proprietario dei Rockets, Tilman
Fertitta) per una violazione del genere? “Ora la questione è
risolta, e non voglio parlarne molto”, è stata la risposta di
Udoka.
    In ogni caso, negli States comportamenti del genere possono
costare caro, e Udoka lo ha sperimentato su se stesso, anche se
ora non vuole più pensarci e si è ripromesso di evitare le
relazioni extraconiugali. “Credo che ciò che ho passato mi
aiuterà a relazionarmi con i miei giocatori – le sue parole
riferite dallo ‘Houston Chronicle’ -, perché conoscendo le
situazioni in cui mi sono trovato rispetteranno la mia onestà”.
    Il suo roster sarà costituito per lo più da giovani su cui
ricostruire, “ma la gioventù non dovrà essere una scusa quando
andremo in campo”. (ANSA).
   

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