Nations League: Mancini all’esame Ungheria, ‘è dura’

In una Ungheria riscopertasi pazza per il calcio, magari sognando che, prima o poi, la nazionale magiara torni quella di tempi ormai troppo lontani, l’Italia di Roberto Mancini gioca per l’accesso alla Final Four della Nations League. Lo fa affrontando la nazionale di casa guidata da un altro ex sampdoriano come il ‘Mancio’, quel Marco Rossi che se portasse i suoi alle finali compierebbe un miracolo calcistico, quasi paragonabile alle vittorie di Danimarca e Grecia agli Europei. Va infatti tenuto conto che la sua squadra era stata destinata, dal sorteggio, in un girone con Italia, Germania e Inghilterra, ovvero tre nazionali che messe insieme fanno undici titoli mondiali.
    “Pensavamo di dover lottare per evitare la retrocessione – dice Rossi – e invece ci ritroviamo a un passo dalla Final Four.
    Ci basta un pareggio, ma quello di domani sarà una partita da affrontare con la massima umiltà. Lo stadio sarà pieno, il pubblico ci darà la spinta e se passassimo noi qui l’entusiasmo andrebbe alle stelle”. A tifare per la ‘Magyarok’,che a meno di sorprese schiererà la stessa formazione che venerdì scorso ha vinto a Lipsia contro la Germania, dovrebbe esserci anche il premier, Viktor Orban, grande appassionato di calcio, ma la sua presenza non è stata ancora ufficialmente confermata. Sicura, invece, quella in campo di Adam Szalai, attaccante 35 enne e idolo locale, che con la sfida all’Italia darà l’addio alla nazionale. Intanto è stato proprio lui a segnare il gol che ha mandato al tappeto i tedeschi.
    Anche in casa Italia si parla di attaccanti, perché Mancini è alle prese con il caso Immobile. Ha dovuto già fare a meno del suo bomber contro l’Inghilterra, ma ora deve rinunciarci anche per Budapest, “perché non valeva la pena correre il rischio, diventava troppo pericoloso – le parole del ct azzurro -. Ciro sarebbe rimasto volentieri, ha voluto provarci, non si allenava da tre giorni e non poteva rischiare”. Decisione quindi condivisa fra tecnico, giocatore e staff medico della Nazionale, ma per tutto il giorno sono rimbalzate voci secondo cui a ‘ordinare’ all’attaccante di rientrare a Roma sarebbe stata una telefonata, anche piuttosto decisa, del presidente della Lazio Claudio Lotito.
    Meglio quindi, per Mancini, pensare alla partita, che presenta sicuramente dei rischi. “Giocare in Ungheria non è mai semplice – sottolinea -, mi fa piacere che la nazionale magiara abbiamo fatto un’ottima Nations. E’ allenata da un mio ex compagno di squadra che ha fatto un grande lavoro. L’Ungheria negli ultimi 2-3 anni è migliorata tantissimo. Gioca un buon calcio, attacca e si difende bene”. Ma quante chances ha l’Italia di vincere e quindi qualificarsi per le finali? “50 e 50. Loro possono contare anche sul pareggio – risponde -, ma il fatto di esser qui a giocarci il primo posto ci fa piacere, e proveremo a passare il turno. La formazione? Qualcosa cambieremo, vedremo come stanno i ragazzi”. “Questa partita bisogna giocarla con la massima tranquillità – aggiunge Mancini -, dobbiamo cercare di attaccare e quando avremo le occasioni sfruttarle al meglio. E poi dobbiamo difendere bene: l’Ungheria in casa davanti a 70mila spettatori proverà a vincere, e noi dovremo giocare, lo ripeto, con la massima tranquillità”. 
   

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