Liliana Cavani sul set, ‘a 90 anni mi indigno ancora’

(ANSA) – ROMA, 04 GEN – Non è da tutti compiere 90 anni e
lavorare ad ultimare un nuovo film, ma Liliana Cavani, che al
traguardo arriva il 12 gennaio, non si può certo definire una
donna comune. “Ho desiderato tanto farlo – risponde – e sono
grata alla produzione che si è assunta questa responsabilità. Il
libro di partenza, L’ordine del tempo dello scienziato-scrittore
Carlo Rovelli, mi interessava molto e poi ho avuto attori
fantastici – Alessandro Gassmann, Claudia Gerini, Edoardo Leo,
Ksenia Rappoport, Valentina Cervi – e il set è stato un piacere
immenso”.
    Vita e lavoro insieme, così totalizzante da non desiderare
l’addio? “Io vivo sul set, così mi sento a casa”. E’ stata una
delle rare registe donne in Italia, in un mondo dominato dagli
uomini, come ha resistito? “Non mi sono mai pensata come donna,
diciamo che non ho voluto farci caso, quello che volevo fare per
l’80 per cento o di più ci sono riuscita. Però non è stato
facile, ho avuto sempre difficoltà a trovare finanziamenti ora
il clima mi sembra un po’ cambiato, le registe sono di più anche
numericamente e questo è già un riscontro, certo sono sempre
oneste e seriose, non sono furbe”. In che senso furbe? “Se le
donne imparassero a fare film più facili le cose cambierebbero
velocemente, invece se non ci complichiamo le cose non siamo
contente”.
    Nella sua carriera ad un certo punto è arrivato Francesco,
inteso come il santo di Assisi, un suo innegabile colpo di
fulmine. “Francesco è il fondamento della nostra società. Ho
fatto due film e un tv movie su di lui e non me ne distacco
ancora. Grazie a Francesco ho conosciuto Benedetto XVI – ricorda
– il papa emerito scomparso il 31 dicembre intitolò Deus Caritas
Est e chiamò me a presentarla” risponde la regista premiata a
Napoli al teatro Mercadante da Terry Gilliam nel gran finale del
festival Capri,Hollywood. Il suo film del cuore? “Tutti
ovviamente, ma quello che mi piacerebbe venisse riscoperto è I
Cannibali, quel film è un simbolo del movimento del
Sessantotto”. Lei si indigna ancora come in quegli anni? “Caspita se mi indigno. Quello che sta accadendo in Iran, con la
repressione delle istanze delle giovani donne mi indigna
profondamente”. (ANSA).
   

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