Le 13 volte (più’ una) del Titanic al cinema

(di Giorgio Gosetti) Nella notte tra il 14 e il 15 aprile
1912 il più veloce e maestoso transatlantico del XX secolo, RMS
Titanic, affondo’ nelle acque al largo di Terranova in seguito
allo schianto contro un iceberg fluttuante nel nord dell’oceano
Atlantico. Dei 2223 passeggeri solo 705 scamparono alla morte,
mentre altri morirono a bordo delle navi di soccorso. Il
disastro più celebre nella storia della moderna marineria
affascina da sempre anche il cinema, soprattutto perché fino al
1985 nessuno ne aveva rintracciato con certezza il relitto.
    L’esplorazione del cacciatore di navi Robert Ballard spinse, 10
anni dopo, il regista e oceanografo James Cameron a scendere in
fondo all’oceano per girare un documentario su quella vicenda e
da lì nacque l’idea di inserire una grande storia d’amore sullo
sfondo della vera ricostruzione nel naufragio.
    Nasceva così il mito del film “Titanic” con Leonardo DiCaprio e
Kate Winslet nei ruoli di Jack e Rose, gli sfortunati amanti
separati alla fine in fondo al mare, una leggenda mista a verità
che Rose narra al cacciatore di tesori Brock Lovett facendo così
rivivere allo spettatore la tragedia di quella notte e la
spettacolare ricostruzione da vero esperto che ci offre James
Cameron. Risultato? Record di candidature all’Oscar (14) e di
statuette vinte (11), oltre a uno dei cinque incassi più
importanti nella storia del cinema.
    Ma la storia del più grande transatlantico del mondo comincia in
verità sullo schermo gia’ nell’autunno dello stesso 1912 quando
escono due film brevi ispirati al disastro, uno americano e
l’altro tedesco: “Saved from the Titanic” di Etienne Arnaud (una
donna!) e “In Nacht und Eis” di e con Mime Misu, ricco di
effetti speciali che lasciarono senza fiato gli spettatori del
tempo.
    Dopo la Danimarca (“Atlantis di August Blom,1913) fu la volta
della Gran Bretagna nel 1929 con “Atlantic” di Ewald André
Dupont da una piece teatrale e girato in quattro lingue per i
diversi mercati (con una successiva versione danese dell’anno
dopo).
    Un capitolo a parte meriterebbe il film di propaganda nazista “La tragedia del Titanic” di Herbert Selpin e Werner Klingler in
cui un ufficiale e i passeggeri tedeschi a bordo soccombono
eroicamente, vittime dello spietato cinismo degli armatori
capitalisti e albionici che hanno sfidato il mare e la natura.
    Dopo la guerra passeranno diversi anni perché il Titanic torni
di moda. Accadrà nel 1958 con “A night to remember” di Roy Ward
Baker mentre spetta all’inglese Willian Hale con “S.O.S.
    Titanic” girato per la tv nel 1979 la prima ricostruzione
accurata degli eventi della fatale notte. Da qui in avanti,
fatta eccezione per la divagazione erotico/sentimentale di Bigas
Luna “L’immagine del desiderio” del ’79 in cui il tema è solo un
pretesto per le avventure immaginarie del protagonista, a
prendersi la scena e’ il celebre relitto, a lungo considerato
irrecuperabile. Finché proprio James Cameron vi porta la
cinepresa nel documentario “Ghosts of the Abyss” del 2003
(girato in IMAX) mentre il mito a cui era ispirato il suo
kolossal di sette anni prima aveva generato già “Blitz
nell’oceano” di Jerry Jameson dal romanzo di Clive Cussler nel
1980. Seguono il poco ispirato cartoon italiano di Camillo Teti “Titanic, la leggenda continua” (2000), addirittura il B Movie “Titanic 2” di Shane Van Dyke con cui Cameron non vuole avere
nulla a che fare. Ma il geniale regista/esploratore ancora di
recente ha lasciato uno spiraglio per l’ipotesi di tornare a
bordo del relitto con la batisfera e le telecamere sul filo di
una nuova idea narrativa. Perché il Titanic non è solo una
leggenda della marineria, ma un monito vivente sulla forza della
natura e le trasformazioni del pianeta. E quindi suscita ancora
incubi e sogni di taglio più che attuale.
   

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