La Germania impotente davanti al nuovo radicalismo islamico (e antisemita)

Scandalo ad Amburgo: gli estremisti islamici di «Muslim Interaktive» gridano indisturbati slogan di odio antisemita per la strada. La manifestazione era stata autorizzata dalle autorità che appaiono sempre più deboli davanti a questa nuova ondata jihadista ed antisemita. Il tutto malgrado gli allarmi dell’intelligence europea.


Sgomento e indignazione in Germania dopo quanto accaduto ad Amburgo nel tardo pomeriggio dello scorso venerdì a causa della manifestazione organizzata dall’Associazione islamica radicale Muslim Interaktive. Per ore i manifestanti che indossavano delle divise nere hanno marciato per le strade di una delle più importanti città portuali della Germania, gridando slogan antisemiti tanto che numerosi passanti indignati e spaventati hanno diffuso i video e le immagini su Twitter. Ad oggi nessuno sa perché sia stata autorizzata la manifestazione di un gruppo radicale conosciuto per le sue posizioni, tanto che già nel 2020 l’Ufficio di Amburgo per la protezione della Costituzione aveva già avvertito delle loro attività mettendo in guardie le autorità su possibili manifestazioni pubbliche annunciate sui social network. A preoccupare l’intelligence tedesca è il numero delle persone ritenute potenzialmente violente che vivono ad Amburgo visto che si parla di almeno 1.600 individui radicalizzati. Ma quante sono le persone che si riconoscono e partecipano alle attività di Muslim Interaktive?

Difficile fare una stima precisa, tuttavia, le autorità ritengono che possano essere circa 200-250 anche se a preoccupare è il seguito che hanno sui social network dove i loro fans sono migliaia. Gli argomenti e il linguaggio che viene utilizzato dal gruppo è quello classico della Fratellanza musulmana ovvero la continua vittimizzazione dei musulmani, le denunce per “assimilazione forzata”,diffamazione dell’Islam” e “demonizzazione dei musulmani” narrazione che condividono con altri gruppi: vedi Generation Islam (GI) e Realität Islam (RI).La pagina Facebook di Realität Islam è seguita da 67.649 persone. Il gruppo è gestito da Faruk Özmen, Ahmad Tamim, Adrian Hajdaraj, mentre Realität Islam è stato fondato dal convertito tedesco Raimund Hoffmann, che si fa chiamare Suhaib. Hoffmann gestisce la pagina Facebook di Realität Islam seguita invece da 45.000 persone. I loro social, compreso Twitter, all’apparenza innocui, sarebbero usati dai predicatori per lanciare crociate contro i Governi di Germania e Austria rei, a loro dire, di limitare “il libero esercizio del culto musulmano“.

Le autorità di sicurezza dell’Assia (uno dei sedici Stati federati della Germania , n.d.a.) sono molto preoccupate per la vertiginosa espansione del gruppo Realität Islam, fondato nel 2015 con una seda a Mörfelden-Walldorf, a circa 10 km da Francoforte. Tale gruppo recentemente ha organizzato una manifestazione proprio a Francoforte contro il divieto di portare il velo nei luoghi pubblici e avrebbe raggiunto i 300 membri. Il numero di persone che partecipa alle loro riunioni e attività sarebbe però almeno il doppio. La vicenda di Amburgo è ancora più incredibile se si considera il fatto che i sostenitori di Muslim Interaktive provengono dalle fila del movimento islamico radicale Hizb ut-Tahrir (HuT) uno dei più gruppi islamici più pericolosi al mondo (bandito in Germania dal 2003) che venne fondato nel 1953 dall’insegnante di religione palestinese Muhammad Taqi al-Din al-Nabhani.

HuT è un’organizzazione islamista transnazionale attiva a livello internazionale (nata all’interno della Fratellanza musulmana), di fatto un movimento politico che unisce la pretesa di dominio assoluto della religione a un corrispondente modello politico, al califfato mondiale, e che rifiuta ogni “forma di governo di non credenti” e che di conseguenza considera inevitabile la completa introduzione della Shari’a.

Già nel novembre del 2020 davanti l’Ambasciata austriaca gli affiliati al Muslim Interaktive inscenarono una manifestazione simile a quella vista a Berlino, contro il Cancelliere austriaco Sebastian Kurz che ha ingaggiato da tempo una battaglia senza esclusione di colpi contro l’Islam politico -quindi contro la Fratellanza musulmana- dopo che vennero approvate una serie di misure contro i “seminatori d’odio” che da anni imperversano in Austria, tanto che sono state chiuse numerose moschee, espulsi decine di imam radicali e sequestrati decine di milioni di euro destinati a finanziare le sulfuree associazioni di riferimento. All’epoca parteciparono più di 100 persone al grido di “Razzismo e discriminazione in Austria” e lo stesso è accaduto in Francia il 3 novembre dello scorso anno contro il Presidente Macron ormai nemico giurato al pari di Kurz degli islamisti.

Per tornare ai fatti di Amburgo il Presidente della CDU della città tedesca Christoph Ploß si è detto sconvolto e ha dichiarato alla stampa:” Il comportamento marziale e da milizia che ci ha intimidito e spaventato è allarmante. Ci chiediamo perché un’organizzazione associata a “Hizb ut-Tahrir”, bandita dal 2003 e messa in guardia dall’Ufficio statale per la protezione della Costituzione, possa diffondere liberamente per le strade di Amburgo i suoi slogan antiebraici. Perché il Senato non ha preso provvedimenti contro questa associazione e non ha proibito le manifestazioni in anticipo? La politica e lo Stato non devono permettere che queste pulsioni antisemite diventino parte della vita quotidiana in Germania”.

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