La Gb con gli scaffali vuoti nei supermercati per il «pingdemic»

Finora gli scaffali dei supermarket semivuoti erano considerati uno spettacolo inusuale in Occidente; ma a causa della pandemia in diverse zone della Gran Bretagna sta accadendo proprio questo. La colpa è del cosiddetto “pingdemic”, termine che definisce una crisi innescata dalla scarsità di lavoratori causa pandemia: nei giorni scorsi, infatti, migliaia di persone sono finite in isolamento precauzionale in Inghilterra e Galles per aver avuto contatti con individui contagiati, rilevati dal sistema digitale di test e tracciamento anti-covid del servizio sanitario nazionale (Nhs). A essere colpita è stata in particolare la logistica, tanto che alla fine di luglio la Road Haulage Association, l’associazione britannica del settore autotrasporti, lamentava una carenza di 100mila camionisti nel Paese: ai conducenti in isolamento domiciliare si sono aggiunti anche tutti i non britannici che dopo la Brexit hanno deciso di trasferirsi altrove.

Secondo il dirigente della RHA Rod McKenzie, la mancanza di autisti rappresenta “una minaccia molto seria” per l’intera catena di approvvigionamento: da parte sua il governo di Londra, tramite il segretario ai Trasporti Grant Shapps, ha tentato di tamponare aumentando temporaneamente da nove a dieci il numero massimo di ore che un autista può trascorrere alla guida, un cambiamento che diversi esperti del settore dei trasporti hanno definito “stupido e pericoloso”.

Non solo: di fronte alla carenza di merci, lamentata da quasi tutte le catene della grande distribuzione soprattutto nelle zone più periferiche del Paese, il governo di Londra è pronto a coinvolgere anche le forze armate. Secondo la stampa locale, sarebbero stati messi in allerta circa duemila autisti di mezzi pesanti appartenenti ai Royal Logistics Corps e ad altri reparti dell’esercito di Sua Maestà, ai quali è stato dato un preavviso di cinque giorni nel caso in cui fosse necessario il loro apporto per intervenire nella distribuzione di alimenti e altre forniture essenziali, comprese le medicine.

Una mossa accolta con scetticismo da McKenzie, secondo cui i soldati non verrebbero comunque impiegati per guidare mezzi civili, e quella del governo è solo l’ennesima “misura tampone. Bisognerebbe invece capire come fare a trovare 100mila nuovi conducenti”, ha commentato. Tuttavia, già a fine luglio James Bielby, numero uno della Federation of Wholesale Distribution, aveva chiesto l’aiuto dell’esercito. “La situazione ha raggiunto un punto critico e probabilmente peggiorerà, con l’apertura degli hotel e la conseguente maggiore domanda di prodotti e merci”, aveva detto. Nella prima settimana di agosto sembra comunque che il numero di persone in isolamento domiciliare sia diminuito, il che farebbe ben sperare per una soluzione nel breve termine: ma il problema della carenza di autisti, in mancanza di misure strutturali, rischia di riproporsi.

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