mercoledì, 11 Settembre 2024
Iss, i casi di febbre del Nilo salgono a 237 con 13 decessi
Salgono a 237, in Italia, i casi
confermati di
infezione da virus del West Nile nell’uomo
dall’inizio di maggio (erano 205 nel precedente
bollettino). Tra questi sono stati notificati 13 decessi, di cui
5 Piemonte, 6 Lombardia e 2 Emilia-Romagna. Lo rileva l’ultimo
bollettino dell’Istituto superiore di sanità aggiornato al 13
settembre.
Dei 237 casi identificati, 138 si sono manifestati nella
forma neuro-invasiva (24 Piemonte, 41 Lombardia, 17 Veneto, 1
Liguria, 47 Emilia Romagna, 3 Puglia, 1 Sicilia, 3 Sardegna), 58
casi sono stati identificati in donatori di sangue.
Il primo caso di infezione da febbre del Nilo della stagione
è stato segnalato dall’Emilia-Romagna nel mese di luglio nella
provincia di Parma. Da allora sono arrivate a 49 le Province con
dimostrata circolazione del virus appartenenti a 9 Regioni:
Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia
Giulia, Liguria, Emilia-Romagna, Puglia, Sicilia e
Sardegna.
Attualmente non esiste un vaccino per la febbre West Nile e
l’unico strumento preventivo è la riduzione dell’esposizione a
punture di zanzare, durante il periodo favorevole alla
trasmissione. Il periodo di incubazione dal momento della
puntura della zanzara infetta varia fra 2 e 14 giorni, ma può
essere anche di 21 giorni. Fra i casi sintomatici, circa il 20%
presenta sintomi come febbre, mal di testa, nausea, vomito,
linfonodi ingrossati, manifestazioni cutanee. I sintomi più
gravi si presentano in media in meno dell’1% delle persone
infette (1 persona su 150) e comprendono febbre alta, tremori,
convulsioni, fino alla paralisi e al coma.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA