venerdì, 9 Maggio 2025
In pensione il vetrino del microscopio, diventa digitale

(ANSA) – ROMA, 22 NOV – Il vetrino fisico che per una vita è
andato a finire sotto il microscopio potrà andare in pensione.
Il futuro è tutto del vetrino digitale, sua copia fedele e
virtuale. E’ così che si rinnova l’anatomia patologica. Il
vetrino, cioè il tessuto tradizionalmente analizzato al
microscopio, diventa un file e può essere analizzato in tempo
reale attraverso una piattaforma che collega in rete tutti i
laboratori italiani, ma può essere studiato da esperti in ogni
parte del mondo. Siapec-Iap, la Società italiana di anatomia
patologica e citopatologia diagnostica sta guidando questo
percorso e ha stilato un documento con l’Istituto superiore di
sanità per stabilirne i requisiti minimi. Il testo sarà
presentato da Francesco Gabrielli (direttore del Centro
nazionale per la Telemedicina e le nuove tecnologie
assistenziali dell’Iss) al Congresso della stessa società
scientifica che si aprirà domani.
“L’anatomo-patologo esamina al microscopio qualsiasi tessuto ‘malato’, sia esso ottenuto da un intervento chirurgico, da una
biopsia o da un agoaspirato – afferma Anna Sapino, presidente
Siapec-Iap – Ci viene chiesto di definire la natura delle
lesioni, esprimendo una diagnosi importante per il percorso del
paziente. È, quindi, un lavoro che richiede alta
professionalità, la possibilità di confronto e l’utilizzo di
nuove tecnologie, perché non sempre è tutto ‘bianco’ o ‘nero’, e
in questi casi dobbiamo avere un supporto per limitare al
massimo il dubbio diagnostico”.
Per Filippo Fraggetta, presidente eletto Siapec-Iap, “la
pandemia da Covid-19 sta favorendo l’implementazione della
patologia digitale e le condivisioni virtuali. L’introduzione di
scanner capaci di trasformare il vetrino ‘fisico’ in file
consultabili da computer ha posto le basi per la diffusione
della telepatologia”. “Il sistema più avanzato al mondo si trova
in Giappone, e prevede la centralizzazione dei referti di tutti
i pazienti – continua Fraggetta – In Europa è virtuoso l’esempio
dell’Olanda. In Italia vi sono alcune esperienze di laboratori
di anatomia patologica completamente digitalizzati dalla
ricezione del campione di tessuto alla diagnosi finale, in
Sicilia e in Piemonte”. (ANSA).