domenica, 4 Maggio 2025
In Cdm la proposta del fondo per i familiari dei medici deceduti per Covid

Su proposta dei ministri Speranza e Bonetti sarà portato in Consiglio dei ministri oggi, secondo quanto si apprende da fonti qualificate, il finanziamento di un fondo a sostegno dei famigliari dei professionisti sanitari deceduti per Covid. “Credo che sia una grande notizia per i medici e le loro famiglie. E’ un passaggio veramente importante e si sana una grave ingiustizia”. Così il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, commenta la notizia che, su proposta dei ministri Speranza e Bonetti, sarà portato oggi in Consiglio dei ministri il finanziamento di un fondo a sostegno dei famigliari dei professionisti sanitari deceduti per Covid.
“Se il provvedimento dovesse essere approvato dal governo – afferma all’ANSA – bisogna dare atto ai ministri di essersi fatti davvero interpreti del senso di smarrimento che i medici hanno vissuto quando l’emendamento per i ristori ai medici morti per Covid è stato bocciato al Senato”. “Si tratta – ha aggiunto Anelli – di un passaggio veramente importante ed esprimiamo gratitudine per avere individuato una soluzione”.
Il subemendamento per i ristori ai medici non convenzionati Inail era stato presentato dalla senatrice Cantù (Lega) e poi bocciato in sede di conversione del ‘decreto-legge 221/21 – proroga stato di emergenza e contenimento epidemia Covid-19’.
Ad oggi sono 370 i medici deceduti per Covid in Italia. Sono i medici di famiglia, insieme a quelli delle guardie mediche, del 118, ai pediatri, agli specialisti ambulatoriali, agli odontoiatri, ai liberi professionisti, ricorda Anelli, “ad aver pagato il prezzo più alto, costituendo la maggior parte dei professionisti scomparsi”. Ben oltre la metà dei medici deceduti, rileva Anelli, “non sono dunque dipendenti del Sistema sanitario nazionale e le loro famiglie non sono dunque indennizzabili da parte dell’Inail in virtu’ di un regime assicurativo diverso, mentre le famiglie dei medici dipendenti dal Ssn potrebbero ricevere un ristoro Inail sia pure a fronte di procedure complesse”.
“È una questione di giustizia, un fatto etico prima ancora che economico. Ringraziamo il Ministro della Salute Roberto Speranza e la Ministra delle Pari Opportunità Elena Bonetti che -afferma Anelli – facendosi interpreti della richiesta avanzata dalla Fnomceo, hanno preso a cuore la causa e se ne sono fatti promotori, il Presidente del Consiglio Mario Draghi e il Governo tutto”.
Sono 370 i medici e gli odontoiatri morti durante la pandemia: di questi, 216 erano medici di famiglia, del 118, guardie mediche, specialisti ambulatoriali, liberi professionisti; 30 gli Odontoiatri. “Si viene così a sanare una grave ingiustizia, che vedeva abbandonate a se stesse circa 250 famiglie, che al dolore per la perdita aggiungevano la tribolazione economica – spiega Anelli -. Mentre infatti i medici dipendenti hanno copertura Inail, questo non vale per i liberi professionisti e per medici convenzionati, che costituiscono oltre la metà dei medici scomparsi. Nessun risarcimento da parte dello Stato è andato quindi a queste famiglie, che hanno pagato il prezzo più alto per il bene di tutti noi, degli oltre dieci milioni e settecentomila guariti e dell’intero Paese”.
Ed ancora: “Ringraziamo l’Enpam, l’Ente previdenziale dei medici e degli odontoiatri, che si è fatto carico di qualche aiuto, la Fondazione Diego Della Valle, per aver avviato una raccolta fondi, l’Onaosi, per aver aperto anche agli orfani dei sanitari caduti non contribuenti, permettendo loro di studiare nel collegio unico di Perugia, grazie anche a una donazione fatta all’AMMI, l’associazione delle mogli dei medici. Sono tutte iniziative meritorie, ma era giusto far sentire, finalmente, la voce dello Stato”. Questi 250 medici “hanno pagato quei valori di prossimità che informano la nostra medicina del territorio – conclude Anelli -. Sono morti per portare a termine la loro missione. Anche se mancava tutto, se le mascherine non si trovavano, se i guanti erano finiti. È ciò che è successo a Roberto Stella, primo medico a cadere, fino all’ultima vittima, Edward Haiek, anche lui medico di medicina generale. È giusto che lo Stato riconosca il loro valore e provveda alle famiglie che ce li hanno donati”.