In Bianco e nero, la Loren dai fotoromanzi ad Hollywood

(di Francesco Gallo) Un’analisi critica di Sophia Loren,
del suo lavoro di attrice, attraverso una serie di studi che
approfondiscono il suo percorso artistico dai fotoromanzi a
Hollywood, questo in estrema sintesi il nuovo numero di Bianco e
nero. Rivista quadrimestrale del centro sperimentale di
cinematografia. Ediz. illustrata. Vol. 608 presentato al Palazzo
delle Esposizioni a Roma dalla curatrice, Piera Detassis, e dal
direttore Alberto Crespi.
    Al centro della rivista alcuni fondamentali rapporti
professionali dell’attrice (come quelli con Vittorio De Sica,
Marcello Mastroianni ed Emilio Schuberth) e alcuni film chiave,
da La ciociara a Ieri, oggi, domani, da Un marito per Cinzia a
Il diavolo in calzoncini rosa e i kolossal diretti da Anthony
Mann, da Pane amore e… a Una giornata particolare.
    Il numero, curato da Piera Detassis, è illustrato con foto
provenienti da fondi prestigiosi dedicati a due grandi fotografi
come Angelo Frontoni e Rodrigo Pais e contiene un’intervista a
Maurizio Ponzi (che diresse Sophia in Qualcosa di biondo) e
preziose testimonianze inedite di Natalia Aspesi, Patrizia
Carrano, Paola Cortellesi e Mario Martone.
    «Il risultato è qualcosa che non esisteva: un volume ricchissimo
che analizza il lavoro di Sophia Loren partendo dai fotoromanzi
degli anni ’50 (elemento essenziale di una diffusione popolare
del cinema e del divismo) per arrivare ai film più recenti. Con
tre testimonianze/omaggi eccellenti: quella di Natalia Aspesi,
che da inarrivabile cronista del costume e della cultura ha
seguito la parabola di Sophia Loren dagli inizi a oggi; quella
di Paola Cortellesi, che ha ricordato l’emozione di stringerle
la mano durante una cerimonia dei David; e quella di Mario
Martone, artista di cinema e di teatro che mette a fuoco la
napoletanità di Sophia al di fuori di ogni cliché.».
    “Prima di essere una star, un’attrice, una Diva, Loren è stata
un corpo contundente, fisicità sproporzionata che sfida procace
e fiera l’altrui sguardo, spesso predatorio, sotto la pioggia o
il sole, adulata o umiliata, lungo le strade sterrate e i vicoli
dei bassi, esplosiva eppure mai volgare, e sa Dio quanto avrebbe
potuto. Solo oggi ci rendiamo conto di quanto la sua apparizione
abbia scosso i canoni della bellezza femminile e aperto al mondo
intero, al glamour internazionale, senza tradire le origini
popolane, native, grezze, l’Italia di De Sica e della guerra.
    Della fame. Insaziabile. Sophia non ha mai dimenticato”.
    Il numero della rivista edito da Centro Sperimentale di
Cinematografia in coedizione con Edizioni Sabinae, è disponibile
dal 3 maggio in librerie e online.
   

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