Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere, tradizione e innovazione nella nuova serie Amazon

Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere, tradizione e innovazione nella nuova serie Amazon

Time ha pubblicato un lungo articolo sulla lavorazione de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere, la serie Amazon ispirata agli scritti di J.R.R. Tolkien che debutterà su Prime Video il 2 settembre (alle 3 del mattino). Il servizio è accompagnato da alcuni ritratti del cast, che potete vedere di seguito.

Si sa già, perché è stato ampiamente sbandierato da Amazon, che Gli Anelli del Potere è la serie più costosa di tutti i tempi. Nel suo articolo, Eliana Dockterman riporta che la prima stagione è costata 468 milioni di dollari, a cui vanno aggiunti i costi del marketing – lo slot per il trailer del Super Bowl dovrebbe essere costato intorno ai 13 milioni. Le riprese della seconda stagione, previste da ottobre, porteranno il budget del progetto oltre il miliardo di dollari. Per fare qualche paragone: la stagione finale di Game of Thrones è costata 90 milioni, la quarta di Stranger Things 270 milioni. Amazon ha fatto una scommessa per creare un progetto che, a differenza di successi come The Boys e La fantastica signora Maisel, sappia invitare “tutta la famiglia”, come spiega il capo di Amazon Studios Jennifer Salke. Nelle sue parole, Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere è “il gioiello della corona”.

Pochissima pressione! Tutta sulle spalle di due showrunner con poca esperienza alle spalle, J.D. Payne e Patrick McKay, ex dipendenti della Bad Robot di J.J. Abrams che, come spiegano, hanno vinto il lavoro perché hanno fatto notare come Amazon sedesse su una miniera d’oro. Ovvero le appendici a Il Signore degli Anelli scritte da Tolkien. “Abbiamo battuto gente a cui avrebbero preferito dare il lavoro perché questa era la serie”. Non il prequel sul giovane Aragorn, o il quasi-giovane Gandalf, che altri avevano proposto, ma una serie sull’ascesa di Sauron e la nascita degli Anelli del Potere, ambientata circa tremila anni prima della trilogia.

Payne e McKay, super-nerd appassionati di Tolkien, si sono poi circondati di professionisti navigati – come il regista J.A. Bayona per i primi due episodi, Simon Tolkien, nipote dello scrittore, come consulente e la Weta di Peter Jackson per gli effetti pratici e visivi – e di una writers’ room composta sia di esperti di Tolkien che di neofiti. Questo ha permesso agli autori di non essere troppo pedissequi nell’adattamento: “Amazon si è presa un bel rischio a scommettere su di noi, che, da fuori, potremmo non sembrare la scommessa più sicura”, afferma McKay. “Penso sia una buona cosa. Oggi si tende ad andare un po’ troppo sul sicuro con lo storytelling”.

Certe scelte stanno già facendo discutere parte del fandom ancora prima della messa in onda della serie. Ad esempio, il fatto che Ismael Cruz Córdova, un portoricano nero, sia stato scelto per interpretare un elfo (Arondir). Córdova, fan della saga, racconta che il suo sogno, sin da ragazzino, è stato quello di interpretare un elfo. “Quando dicevo che volevo essere un elfo, mi rispondevano che gli elfi non hanno il mio aspetto. Quando ho saputo del personaggio in questa serie, l’ho presa come una missione”. Córdova ha fatto diversi provini prima di ottenere finalmente il ruolo. Ma il velo di segretezza sulla serie era tale che né a lui né ad altri attori era stato comunicato per quale ruolo stessero facendo i provini. Lui pensava che avrebbe interpretato un uomo sulla falsariga di Aragorn. “Mi invitarono in Nuova Zelanda e, la sera prima della mia ultima audizione, mi dissero: ‘In realtà interpreterai un elfo’”.

Anche Morfydd Clark, che interpreta Galadriel, spera che questo ruolo avrà un impatto sulle nuove generazioni, in termini di rappresentazione della donna in un mondo dominato dagli uomini: “Non è che abbia letto i romanzi e pensato ‘Vorrei che ci fossero più personaggi femminili’, perché davo per scontato che le cose stessero così a quel tempo. Non sarei qui se non fosse stato per quelle donne che hanno sputato sangue metaforico per arrivare a questo punto. Spero che i giovani, guardando la serie, penseranno: ‘Le cose stanno semplicemente così’”.

Come sappiamo, la lavorazione della serie è stata bloccata dalla pandemia dopo appena venticinque giorni di riprese. La Nuova Zelanda ha chiuso i confini e, così, cast e troupe si sono ritrovati a vivere in isolamento in terra straniera, mentre a casa (per buona parte di loro, il Regno Unito) i loro parenti davano alla luce figli, celebravano compleanni e, in alcuni casi, morivano. La produttrice esecutiva Lindsey Weber afferma: “C’è stato un grande costo umano. Non potevano andare a casa o far arrivare i loro famigliari. Si sono trovati nella posizione di dover decidere tra lavoro e famiglia, una cosa umanamente difficile mentre il mondo intero stava attraversando un grande trauma”.

Alla fine, dopo varie peripezie, la prima stagione di otto episodi è stata completata. La seconda, forse anche per reazione a questi imprevedibili eventi, verrà girata nel Regno Unito. Jeff Bezos ci tiene a far sapere ai fan dei romanzi che questo progetto non è stato concepito solo per avere un marchio noto che attirasse nuovi abbonati: “La Terra di Mezzo è un mondo molto amato e raccontare la storia di come sono stati forgiati gli Anelli del Potere è un privilegio e una responsabilità. Spero che renderemo giustizia all’opera di Tolkien. Qui si va oltre l’idea di realizzare una serie di successo commerciale. Tutti le persone coinvolte nella serie hanno letto queste storie da ragazzini. Ci abbiamo lasciato il cuore”.

QUI potete vedere il recente trailer de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere. QUI ulteriori informazioni sulla lavorazione della serie.

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