Il Milan non sa più vincere, Verona colpo salvezza

Serie A, Milan-Genoa 3-3  –  LA CRONACA DELLA PARTITA

La stagione in chiaroscuro del Milan produce una nuova delusione per i tifosi, che lasciano lo stadio in anticipo: i rossoneri vengono raggiunti allo scadere dal Genoa dopo essere stati due volte in svantaggio e non riescono a centrare l’obiettivo della qualificazione in Champions, che comunque arriverà nelle prossime partite. Un nuovo smacco per Pioli, una grande soddisfazione per Gilardino che esce indenne da San Siro senza il suo miglior giocatore, Gudmundsson.

E’ un turno poco felice per le milanesi: l’Inter, poco concentrata dopo la festa scudetto, perde per la seconda volta col Sassuolo che rilancia le sue speranze salvezza. La lotta in coda si fa serrata: il Verona trova tre punti fondamentali superando una Fiorentina in ampio turnover e col pensiero fisso alla semifinale di Conference. Il Cagliari fa un piccolo passo in avanti pareggiando contro il Lecce che era in superiorità numerica. Un pari senza lampi tra Empoli e Frosinone, che dovranno soffrire fino all’ultimo per guadagnare la permanenza in serie A.

Fuochi d’artificio al Meazza in una partita pazza e divertente con sei gol totali. Il Milan scende prima all’inferno andando due volte in svantaggio, ma riesce a riemergere portandosi sul 3-2 per poi subire il pareggio finale. Al Genoa manca Gudmundsson ma Gilardino ha un gruppo di grande spessore, che passa in vantaggio subito su rigore di Retegui. Il Milan è spaesato e scoordinato, ma la qualità dei singoli supplisce agli errori. Pareggia Florenzi di testa, poi Ekuban riporta in vantaggio gli ospiti. Il pubblico fischia Leao sostituito, Giroud si mangia un gol da esordiente. Poi due fiammate in continuità ribaltano la gara: Gabbia e Giroud ribaltano la gara, ma i tifosi sfollano prima della fine. Presagiscono, evidentemente, che di questo Milan non si possono fidare: su un’iniziativa di Thorsby Tiaw segna uno sfortunato autogol e per il Milan è un’altra grossa delusione. Sono sei di fila le partite senza vittoria.

Colpo grosso del Verona, che Baroni e la società hanno trasformato col coraggioso mercato di gennaio. Ora è una squadra volitiva, ben messa in campo, che ha conquistato 20 punti nel ritorno, 6 in più dell’intera andata. I veneti sfruttano anche il robusto turnover e la stanchezza della Fiorentina, con la testa alle semifinali di Conference.

Protagonista assoluto Noslin, l’attaccante olandese arrivato dal Sittard. Prima fa sparire il pallone dalle mani protese di Christensen, procurandosi un rigore che Lazovic trasforma di potenza. Poi c’è lo splendido pari del rinfrancato Castrovilli, tornato in forma dopo il lungo infortunio. Alle fine Noslin sfonda la rete con un gran tiro che porta tre punti fondamentali. Emozioni forti alla Domus Arena. Ranieri fa leva su tutti gli uomini spogliatoio: Deiola segna il vantaggio ma c’è un fallo di mano. Tocca poi a Mina trovarsi al posto giusto a centro area per deviare una conclusione di Gaetano. Una gara indirizzata cambia verso improvvisamente per il rosso a Gaetano, che lascia i sardi in dieci per un’ora. Ranieri chiude tutti i varchi ma la stanchezza alla fine premia il bel Lecce di Gotti: Almqvist e Krstovic in simbiosi confezionano il pari, poi due colpi di testa di Pongracic e Sansone si stampano sul palo.

Lecce ormai salvo, il Cagliari dovrà soffrire ancora, con un calendario non facile. Avanzano a braccetto Empoli e Frosinone in una sfida delicata che non si doveva perdere. La paura prevale sulle buone intenzioni per cui le emozioni sono merce rara. C’e’ un gol dell’Empoli con Gyasi, che viene annullato per fuorigioco. Poi tanti fraseggi a centrocampo e una certa prevalenza del Frosinone che ci prova due volte con Cheddira ma Caprile fa buona guardia. I ciociari imbroccano il quinto pari in sei gare, ma rimane la fragilita’ delle gare in trasferte, visto che non hanno mai vinto. Ora le due squadre sperano ardentemente che il Napoli faccia il colpo domani a Udine. Se vinceranno invece i friulani ci sarà un terzetto a 32 punti al terzultimo posto. 

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