I ballottaggi confermano  «l’effetto Schlein»; stravince il centrodestra

Non è una buona giornata per il Pd, o meglio: non è una buona giornata per la sinistra in generale, in Italia ed in Europa. Il ballottaggio delle amministrative è andato in maniera netta al centrodestra che vince un po’ o ovunque, cominciando da Ancona, dove la sinistra governava da 30 anni) oltre che a Brindisi, Pisa, Siena, Massa; a Terni grande successo di Stefano Bandecchi, il candidato delle liste civiche che ha sconfitto il centrodestra (la sinistra era già uscita con le ossa rotte al primo turno). Unico momento di soddisfazione per i Dem il successo a Vicenza di Giacomo Possamai (50,54%, questione di pochi voti). E anche i risultati sul primo turno in arrivo dalla Sicilia confermano il trend di superiorità della coalizione di governo, rispetto all’opposizione. Eppure, due settimane fa, dopo il primo turno in cui il centrodestra aveva conquistato gran parte delle città al voto, il neo segretario Elly Schlein così commentò: «la destra frena, il Pd è in ottima salute. Vinceremo i ballottaggi…!». Ecco, mai previsione fu più sbagliata ed oggi il segretario deve ammettere che «c’è ancora un forte vento di destra nel paese»

Il Pd affonda soprattutto in una delle sue regioni storiche. In Toscana infatti oltre ai capoluoghi già citati, Massa, Pisa e Siena va segnalata la sconfitta a Campi Bisenzio, città del segretario regionale dem, Emiliano Fossi. Poteva andare peggio? No. Così al momento dal Nazareno solo silenzio mentre il governo si gode anche questi successi.

«Non esistono più roccaforti, ad Ancona storico successo» sono state le parole della premier Meloni. Salvini invece sceglie l’ironia (fino ad un certo punto): «Ottimo l’Effetto Schlein».

E su questo si comincia davvero a riflettere all’interno del Pd. L’onda dell’entusiasmo post primarie con il successo della Schlein è durato il tempo di una settimana. Il Pd ha recuperato nei sondaggi e superato a sinistra il Movimento 5 Stelle, è tornato sopra il 20% ma da quel punto si è fermato. La vicenda della prima intervista ufficiale da segretario su Vogue con notazione per la famosa «armocromista» è stato il primo inciampo, per non parlare della passerella dagli studenti in tenda fuori dall’università di Roma dove però il neo segretario è stata contestata; nulla però in confronto all’assenza (inspiegabile) del segretario in Emilia Romagna, la sua terra, alluvionata dove invece gli applausi sono andati a Bonaccini (che ci ha messo la faccia) e persino al premier.

Ormai il dibattito è aperto e sono in diversi al Nazareno convinti che la scelta del popolo delle primarie sia stata un danno, convinti che il balzo a sinistra non abbia fatto bene al partito e di certo non aiuta nella prospettiva di sconfiggere il centrodestra al voto. Anche perché la verità è che il milione di votanti delle primarie (venduti come una «moltitudine» dalla narrazione del Pd) in realtà è un numero esiguo che non porta successi elettorali.

C’è poi un’altro fatto che rende nera questa giornata per il partito «rosso»: in Spagna Pedro Sanchez, da mesi presentato come il più fulgido esempio della bontà di un governo di sinistra, è stato costretto a sciogliere le camere dopo le sberle a ripetizione prese nelle elezioni amministrative di ieri. Si tratta dell’ennesima nazione che vede uscire dalle urne ottimi risultati per la destra e sconfitte pesanti per la sinistra.

L’aria che tira ad un anno dalle elezioni europee 2024 è di un successo del partito popolare e del partito delle destre che comporterebbe una storica esclusione dei socialdemocratici dalla guida di Bruxelles.

«Non ci hanno sentito arrivare» è stato lo slogan di Elly Schlein con cui ha festeggiato dopo il successo nelle primarie.

Onestamente oggi più che non sentirla arrivare proprio non la si vede…

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