Green Border, il muro della Fortezza Europa sui migranti

Premio speciale della Giuria alla
Mostra del cinema di Venezia, Green Border, il nuovo film di
Agnieszka Holland, arriva in sala in Italia, distribuito da
Movies Inspired e Circuito Cinema, dall’8 febbraio. Fortemente
attaccato dalla Polonia (che infatti non lo ha designato come
miglior film internazionale agli Oscar), sostenuto al contrario
dalla comunità dei cineasti, è un’opera intensissima, che ti
strappa il cuore e ti fa vergognare di come vanno le cose nella
Fortezza Europa che fa razzismo accogliendo i profughi ucraini e
respingendo tra il filo spinato bielorusso quelli siriani e
africani, violando i diritti umani. Girato clandestinamente dal 2021 al confine tra la sua
Polonia e la Bielorussia, il film segue da diverse angolazioni –
una famiglia siriana e una donna di Kabul, gli attivisti, le
guardie di confine – quello che accade e facciamo finta di non
vedere al confine polacco-bielorusso dove i migranti vengono
letteralmente rimpallati con violenza da una parte all’altra,
usati come proiettili viventi in una guerra ibrida e
sconvolgente in cui la polizia polacca ci fa imbarazzare
sommamente.
    In quei boschi di frontiera, tra le foreste più antiche
d’Europa, arrivano in Bielorussia dopo viaggi della speranza i
profughi, consapevoli di aver pagato un traghettatore illegale
ma non immaginando di ritrovarsi da soli, al freddo e senza
viveri, a fronteggiare due eserciti, uno che ti spinge ad
andartene e uno che cerca di rimandarti indietro.
    “Il continente della libertà e della democrazia rischia di
scomparire se continua nelle sue scelte di oggi: diventerà una
fortezza dove la gente verrà uccisa da noi europei. L’esperienza
della seconda guerra mondiale, l’Olocausto, il pericolo del
totalitarismo è stato messo a dormire, è scomparso dall’agenda
europea, ma non è affatto sparito il pericolo di tutte queste
cose, anche i media lo sono”, ha detto la regista a Venezia.
   
   

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