Giuseppe Fiorello, mio Stranizza d’amuri è inno alla vita

(ANSA) – ROMA, 21 MAR – “Questa mia prima regia nasce da un
articolo che celebrava il trentennale del delitto Giarre, un
caso che non conoscevo. Mi è scattato così un grande senso di
colpa, mi sentivo, in quanto siciliano, corresponsabile di
quello che era successo”. Così stamattina Giuseppe Fiorello
parla di STRANIZZA D’AMURI, suo primo film da regista, in sala
dal 23 marzo con Bim, ispirato al duplice omicidio commesso il
31 ottobre 1980 a Giarre (Catania), quando Giorgio Agatino
Giammona e Antonio Galatola scomparsi da due settimane, furono
trovati morti, mano nella mano, uccisi da un colpo di pistola
alla testa. Un caso fondamentale nella storia del movimento di
liberazione omosessuale italiano in quanto portò alla fondazione
del primo circolo Arcigay.
    E ancora Fiorello: “Nonostante il tema, non volevo dare
messaggi, ma casomai fare un inno alla vita. E poi anche io ho
amato tanto i miei amici, anche l’amicizia è una forma d’amore,
ma senza sesso”.
    STRANIZZA D’AMURI ci porta nella Sicilia del 1982. Mentre le tv
trasmettono i mondiali di calcio, due adolescenti, Gianni
(Samuele Segreto) e Nino (Gabriele Pizzurro), si incontrano per
caso e sognano di vivere il loro amore senza paura. Una cosa
quest’ultima che non può sottrarsi al pregiudizio del paese e
delle rispettive famiglie. (ANSA).
   

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