Giffoni: Scarpetta e Scotti, i social? Meglio le passioni

(ANSA) – NAPOLI, 30 LUG – Ultimo giorno di Giffoni Film
Festival e non si poteva non concludere con due attori emergenti
che hanno già alle spalle un bel curriculum professionale e
all’attivo premi e riconoscimenti: Eduardo Scarpetta e Filippo
Scotti. Parlano di social, di quanto questi abbiano influenzato
anche il mondo dell’arte, di quanto conti studiare ed
applicarsi.
    “Ai ragazzi – ha detto Scarpetta – consiglio di studiare e non
improvvisare. Se vorranno fare questo mestiere devono crederci,
buttare benzina sul fuoco che alimenti la passione. Spero di
essere un’ispirazione per loro”. Secondo Scotti, il consiglio ai
ragazzi per rendere la realtà meno ‘scadente’ è quello di “coltivare le vostre passioni, prendetevi il tempo di farlo”.
    Gli fa eco Scotti, il quale è convinto che i social siano uno
strumento del presente ma che la vita non è solo lì dentro.
    Eduardo parla dei progetti: “Al momento sto girando I Leoni di
Sicilia, tratto dal romanzo di Stefania Auci. Lo posso dire
perché ho firmato l’altro ieri. Io credo di essere un attore
comico. Sto già mettendo qualche seme qua e là, poi si vedrà”.
    “Un mese e mezzo fa ho finito di girare una commedia americana ‘Mafia Mamma’ insieme a Monica Bellucci e Toni Collette.
    Interpreto l’unico cattivo della storia. E’ una commedia degli
equivoci su come gli americani vedono gli italiani”, aggiunge
Eduardo Scarpetta, che tra l’altro è impegnato anche in un film “che tratta il tema dei social, in particolare di quelle persone
che si nascondono dietro una tastiera vivendo così una realtà
diversa dalla propria”
Scotti, il protagonista di E’ stata la mano di Dio di Paolo
Sorrentino con il quale è volato da esordiente fino alla Notte
degli Oscar dice: “A 16 anni ero simile a Fabietto Schisa per
quella sua malinconia, nostalgia che continua ad abitarmi ma in
maniera diversa”.
    “La prima volta che ho incontrato Paolo dopo i provini –
confessa – abbiamo fatto una lettura a casa sua a Napoli con
Toni Servillo, Teresa Saponangelo e Marlon Joubert. A metà
lettura ci siamo fermati, io non potevo continuare a fare questo
film, non ero pronto. Vado da Paolo e gli chiedo ‘hai ancora
tempo per cercare qualcun altro al mio posto? Io non riesco’. E
lui mi ha risposto: ‘Anche io ho paura”. (ANSA).
   

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