Gastroenterologia, due interventi innovativi all’esofago

(ANSA) – TERAMO, 07 LUG – L’unità operativa complessa di
Gastroenterologia dell’ospedale di Teramo ha eseguito due
interventi innovativi. L’unità operativa, diretta da Carmelo
Barbera, è stata indicata dalla Regione Abruzzo come centro di
riferimento per l’acalasia, un disturbo motorio, molto
debilitante, dell’esofago che si dilata in maniera abnorme con
un aumento della pressione dello sfintere inferiore. Il
disturbo, estremamente raro, causa disfagia, cioè il malato non
riesce a ingerire cibi né solidi né liquidi.
    La tecnica Poem consiste nel praticare un tunnel nello
spessore della parete esofagea, fra gli strati della tonaca
della ‘sottomucosa’ e della ‘muscolare propria’ per accedere
agli strati muscolari ed eseguirne il taglio fino al cardias
compreso, in modo da annullare l’ipertono muscolare che
rappresenta la causa della patologia che non permette il
passaggio di cibo. Con la Poem l’accesso alle fibre muscolari
proprie dell’esofago avviene dall’interno e tramite il
gastroscopio si evita di ricorrere a tagli sulla parete
addominale e all’utilizzo di bisturi chirurgici.
    “Finora i trattamenti endoscopici si limitavano
all’infiltrazione della tossina botulinica, che causa un
rilasciamento oppure alla dilatazione endoscopica con cui si
dilatava lo sfintere fino a rompere le fibre muscolari
ipertoniche. Entrambe le tecniche hanno una durata limitata nel
tempo. L’altra alternativa era l’intervento chirurgico per via
laparoscopica, che ovviamente era più invasivo e con tempi di
degenza più lunghi. Questa nuova tecnica dà risultati
definitivi. In Abruzzo siamo gli unici a usare la Poem”, spiega
Carmelo Barbera. L’Uoc di Gastroenterologia ha eseguito giorni
fa due interventi con la Poem su un uomo di Avezzano e una donna
teramana. Entrambi sono stati dimessi in terza giornata e hanno
cominciato a rialimentarsi per via orale, con un miglioramento
dei sintomi già 24 ore dopo l’intervento. “Puntiamo
sull’innovazione e sulla tecnologia per ampliare il ventaglio
delle prestazioni sanitarie e offrire al cittadino il massimo
delle possibilità diagnostico-terapeutiche. Anche questa nuova
tecnica contribuirà a limitare la mobilità passiva”, commenta il
direttore generale Maurizio Di Giosia. (ANSA).
   

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