Estraneo a bordo e la sfida di creare una fantascienza “poco fantastica”

È da qualche giorno disponibile su Netflix Estraneo a bordo, pellicola fantascientifica nota in originale come Stowaway.
Al centro della storia una missione su Marte. Anna Kendrick, Toni Collette e Daniel Dae Kim sono l’equipaggio della missione, ma il viaggio si complica fin dall’inizio perché un ingegnere (Shamier Anderson) rimane a bordo per errore, e l’ossigeno non basta per quattro passeggeri.

Il trailer

Dietro la macchina da presa troviamo Joe Penna, autore anche della sceneggiatura in collaborazione Ryan Morrison. Si tratta dello stesso duo dietro Arctic, pellicola con Mads Mikkelsen presentata nel 2018 al Festival di Cannes ma il progetto è precedente.
Estraneo a bordo è in realtà il primo film concepito da Joe Penna e Ryan Morrison.
Come dichiarato dallo stesso Morrison

Entrambi abbiamo capito di amare i dibattiti filosofici, i dilemmi morali e i film ambientati nello spazio. E questa era una miscela perfetta di tutte queste cose.

La sfida di creare una fantascienza “poco fantastica”

Si trattava però di un progetto particolarmente ambizioso, di certo non semplice da realizzare per un regista esordiente. Consapevole di questo, il duo si è quindi buttato prima su Arctic, che si è rivelato un bel biglietto da visita e ha permesso a quella prima sceneggiatura di diventare realtà.
Tutto questo, ovviamente, con lo studio necessario. Come dichiarato da Penna:

Volevamo che questo film fosse il più vicino possibile alla realtà. Abbiamo parlato con circa 20 esperti diversi: ingegneri aerospaziali, astronauti, ricercatori impegnati con gli studi sulle radiazioni solare e professionisti medici. Abbiamo parlato con più persone possibile, per creare un’ambiente il più vicino possibile a quello che potrebbe diventare un giorno una missione del genere. […] Alcuni di loro erano così ansiosi di aiutarci, erano entusiasti all’idea di poter creare un film scientificamente accurato.

Molto spesso nei film si vedono astronavi che non sono accurate dal punto di vista scientifico, secondo quanto riportato dallo scenografo Marco Bittner Rosser:

Joe e Ryan hanno svolto molte ricerche preliminari, per capire come funziona la scienza dei viaggi nello spazio. La difficoltà principale risiede nell’assenza di gravità, si tratta di una cosa molto dura per i nostri corpi ed è sul serio difficile sopravvivere al lungo viaggio verso Marte. È quasi impossibile per un essere umano arrivare sano a destinazione.

Se prendiamo ad esempio i primi minuti del film, c’è un profondo studio su tutte le dinamiche relative ad una missione spaziale, come dimostra questo video, commentato dallo stesso regista.