Dopo il Covid sono aumentate le cardiopatie

C’è un po’ di nervosismo tra i cardiologi per le conseguenze della pandemia da Covid-19 sui loro pazienti. Si succedono pubblicazioni scientifiche che mostrano come dal 2020 al 2022 diverse nazioni hanno avuto un eccesso di morti per malattie cardiovascolari con medie di un paio di centinaia alla settimana.

Per esempio, secondo il British Medical Journal, il Regno Unito ha avuto 30mila morti in più per malattie coronariche tra Marzo 2020 e Agosto 2022, con due milioni di pazienti in più nel 2021 con ipertensione non sotto controllo rispetto al 2020. E secondo un report di Eurostat, nell’Unione Europea il 2020 ha visto le malattie cardiovascolari come la principale causa di morte, con l’eccezione di Francia, Paesi Bassi, Irlanda e Danimarca in cui era il cancro a detenere questo triste primato.

L’European Heart Journal riporta che nei soli due mesi di Marzo e Aprile 2020 il calo di nuovi accessi al pronto soccorso in Italia per sindrome coronarica o dolore toracico è stato del 50 per cento inferiore all’anno precedente; e che in Danimarca c’è stato un calo del 47% delle diagnosi di fibrillazione atriale di nuova insorgenza, con un aumento degli eventi fatali correlati alla fibrillazione atriale.

Come spiega Jonathan Byrne del King’s College Hospital di Londra, «le lunghe liste di attesa, i ritardidelle ambulanze, l’inaccessibilità di alcuni ospedali hanno causato morti in eccesso, insomma tutti iservizi della salute hanno subito conseguenze inaspettate dall’epidemia. Ecco perché in letteratura emergono sempre di più studi che mostrano riduzioni nelle chemioterapia e nelle cure contro le malattie cardiovascolari».

C’è da aggiungere che dall’inizio dell’epidemia a oggi è aumentata la sedentarietà, l’uso dell’auto, il lavoro da casa e come conseguenza l’incidenza dell’obesità. Sono anche aumentati i fumatori di circail 10 per cento in più rispetto al periodo pre-pandemia. Chi fumava già, adesso fuma di più, chi interagiva poco con le persone adesso è ancora più solo con un aumento del disagio della fatica di vivere. L’abuso di sostanze stupefacenti è anch’esso aumentato con i suoi effetti sfavorevoli sull’apparato cardiocircolatorio.

Come conseguenza di questi cambiamenti negli stili di vita sono anche aumentate le malattie cardiovascolari. Poi viene il problema delle cure. Durante pandemia, cono crollate di oltre il 20% le vendite dei farmaci per la cura dell’ipertensione e dell’iper colesterolemia. L’aderenza alle terapie, che è cruciale per sopravvivere con una malattia del cuore, è diminuita del 50 per cento. Il futuro? Non appare roseo per una varietà di malattie, quelle vascolari, che sono la prima causa di morte al mondo (in Italia mietono 230mila vittime all’anno, secondo l’Istat). Senza una politica sanitaria decisa ed efficace si prevedono 24 milioni di morti l’anno al mondo contro i 18 attuali e costi che diverranno difficilmente sopportabili per le democrazie occidentali e che hanno già raggiunto i mille miliardi di dollari. La nuova ondata di malati di cuore che sta per arrivare richiede personale adeguato e motivato e un uso massiccio della telemedicina. Insomma una sanità tutta da ricostruire.

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