David di Donatello, tutti i premi

 Tappeto rosso in uno dei posti più suggestivi di Cinecittà, la Roma Antica set permanente di circa quattro ettari: inizia qui la Settantesima edizione dei David di Donatello in diretta su Raiuno, condotta da Elena Sofia Ricci e Mika. Poi si passa nello studio 5 di Federico Fellini dove c’è la cerimonia di premiazione con seduto in sala Timothée Chalamet, che riceverà un David speciale.
Un David come come attore non protagonista a Francesco Di Leva per ‘Familia’ di Francesco Costabile, questo il primo premio della serata. Ferzan Ozpetek riceve poi il David per il pubblico con ‘Diamanti’, film campione di incassi. In sala una Geppi Cucciari commossa (l’attrice è in corsa per lo stesso film come attrice non protagonista).

“Ringrazio i più di due milioni e trecentomila persone che hanno visto il mio film” commenta Ozpetek Miglior sceneggiatura originale a Maura Delpero per ‘Vermiglio’ “un film silenziosamente anti-militarista”. A Valeria Bruni Tedeschi il David come migliore attrice non protagonista per L’Arte della gioia.

Un’edizione ancora in corso dove hanno ottenuto le maggiori candidature Paolo Sorrentino con ‘Parthenope’ e Andrea Segre con ‘Berlinguer – La grande ambizione’, entrambi con quindici, seguono Maura Delpero con ‘Vermiglio’ e Valeria Golino con ‘L’arte della gioia’ con quattordici. Ci sono poi ‘Gloria!’ di Margherita Vicario con nove candidature, ‘Familia’ di Francesco Costabile con otto e ‘Il tempo che ci vuole’ di Francesca Comencini con sei.

La lunga ombra del Conclave ha segnato inevitabilmente stamani la presentazione dei candidati al Quirinale, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Una Geppi Cucciari incontenibile augura prima il soglio Papale a Mattarella e scherza poi con il ministro della cultura Giuli sull’incomprensibilità dei suoi discorsi. “Possono essere addirittura ascoltati al contrario come un disco dei Black Sabbath e a volte migliorano” dice rivolta al ministro.

Al Quirinale intanto Mattarella cita ‘Roma Città aperta’ e il valore identitario per la nostra cultura del cinema che è “un comparto che ha un peso importante, e crescente, nell’economia nazionale. Anche per questo, mentre apprezziamo il fiorire di nuove opere – il Premio David nasce proprio per questo, per incoraggiare il dinamismo della produzione italiana – dobbiamo anche riflettere sui problemi aperti, individuare i punti critici del sistema e trovare soluzioni che possano aiutare il cinema a superare le proprie difficoltà”.

Mentre Giuli, per la prima volta alla cerimonia, ha sottolineato nel suo discorso che il sistema cinema “ha bisogno di essere riconfigurato, come da richiesta proveniente dal settore stesso, e che trova in noi ascolto ma anche fermezza nel misurare la regolarità di ogni procedura, la tempestività e la trasparenza di ogni erogazione di incentivi e di qualsiasi forma di incoraggiamento non soltanto economico. Abbiamo messo a disposizione una squadra di 30 tecnici dedicati ad accelerare il processo di erogazione basato sui diritti acquisiti da coloro che hanno ottenuto il riconoscimento degli incentivi e ci stiamo dotando di risorse ulteriori per dare le risposte più tempestive, perché quella tra il ministero della Cultura e il cinema non che essere una storia d’intesa e d’amore”. 

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