Collezionisti a caccia di oggetti del cinema

La nuova moda in fatto di collezionismo riguarda gli oggetti provenienti dai set di film famosi. Il Museo di Torino dedicato alla settima arte celebra questa tendenza con una iconica mostra.


In marzo, per poco più di quattromila dollari in un’asta di Propstore a Los Angeles sono state vendute le palline d’acciaio che Humphrey Bogart sfregava nervosamente nell’Ammutinamento del Caine. Un cimelio che da solo racconta un’epopea. Come il chopper guidato da Peter Fonda in Easy Rider, aggiudicato nella stessa asta per 300 mila dollari. E nel catalogo di quella vendita c’è buona parte della storia del cinema, di ieri e di oggi, evocato da pezzi da collezione, come la Chiquita Guitar di Ritorno al futuro (112.500 dollari), il fucile modulare di Avatar (6.250 dollari) e gli stivali da motociclista di Terminator (5 mila dollari). Insomma, chi ama il grande schermo non colleziona solo dvd e vecchie videocassette. Nel fantasioso mondo della cultura pop, oltre alle «action figure» e ai manifesti, stanno prendendo piede le rarità provenienti dai set dei film e della televisione.

Gli oggetti originali creati da scenografi e costumisti sono sempre più richiesti, hanno dato vita a un collezionismo a parte, e ora che sono diventati un fenomeno di costume vengono celebrati anche nelle sedi istituzionali della cultura. È il caso della mostra Movie Icons. Oggetti dai set di Hollywood, curata da Domenico De Gaetano e Luca Cableri, in programma al Museo Nazionale del Cinema di Torino. Negli spazi della Mole Antonelliana si ripercorre la storia del cinema americano degli ultimi 40 anni, soprattutto quello di supereroi e fantascienza (ma non solo), attraverso più di 80 film e 120 oggetti, dal casco degli Stormtrooper di Star Wars ai costumi di Spiderman, dal martello di Thor alla pallottola di Matrix, dalla piuma di Forrest Gump all’occhio di Agamotto del film Doctor Strange nel multiverso della follia, del 2022. «Questa collezione riguarda i film americani» spiega a Panorama Domenico De Gaetano, direttore del Museo del Cinema e co-curatore della mostra. «Hanno un immaginario molto potente, con oggetti che diventano emblemi. Più i film creano altri mondi, più i memorabilia possiedono un potere nei confronti dello spettatore, perché sono unici».

I film degli ultimi anni sono ricchi di pezzi molto riconoscibili, che restano impressi nella memoria. Ma la forte personalità di alcuni non è del tutto una novità, se si pensa a ricercatissimi cimeli vintage, come la statuetta originale del falco maltese nel cult di John Huston Il mistero del falco, un oggetto di cui esistono varie repliche in resina vendute a meno di 100 dollari. Per quanto siano una nicchia, i collezionisti di pezzi originali ci sono: due anni fa un’Aston Martin DB5 realizzata nel 1965 per promuovere Thunderball, il quarto film di 007, è stata venduta da Sotheby’s per 6,4 milioni di dollari, e nel marzo scorso è andato all’asta da Propstore un abito in seta e organza indossato da Audrey Hepburn in Sabrina, aggiudicato a 125 mila dollari. «Nella storia del cinema oggetti iconici ce ne sono sempre stati», nota De Gaetano. «Basti pensare ai cappelli di John Wayne. La differenza è che una volta si tendeva a collezionare le pellicole, le fotografie, i manifesti, e meno gli articoli del set, che non erano ritenuti così importanti. Anzi, a volte venivano anche riutilizzati o buttati nella spazzatura. Adesso invece, con il fenomeno del collezionismo contemporaneo, gli oggetti creati per i film hanno assunto una notevole importanza».

«Per le pellicole molto vecchie il mercato si restringe sia per una questione di reperibilità sia per gusto personale» aggiunge Luca Cableri, co-curatore della mostra e titolare della galleria Theatrum Mundi di Arezzo, dove transitano rarità provenienti dal mondo cinematografico. «Gli oggetti così datati sono di solito appannaggio dei musei e se sono celebri toccano prezzi molto alti, come per esempio le scarpette rosse di Dorothy del Mago di Oz, che sono state vendute a più di quattro milioni di dollari». Ma come inquadrare questi pezzi? Frammenti di storia della settima arte o prove d’artista? Può capitare, infatti, che una tuta da astronauta di Interstellar, una spada laser di Star Wars o un elmetto di Iron Man siano così particolari da poter essere considerati alla stregua di sculture pop, sconfinando in un altro ambito.

«Considerare opere d’arte i guantoni di Rocky è un po’ difficile, ma ci sono oggetti creati soprattutto per i film di fantascienza che sono vere testimonianze di design» osserva De Gaetano. «E quando ce ne sono tre o quattro realizzati per un film, diventano dei “multipli”, come fossero piccole opere d’arte». Quali sono quelli che ogni collezionista vorrebbe avere? Risponde Luca Cableri. «Dipende sempre dai propri gusti in tema di cinema, diciamo che ci sono tre grandi filoni di appassionati: gli amanti della saga di Stars Wars, per i quali gli oggetti del desiderio sono le spade laser e i caschi, i fan dei film di supereroi della Marvel, che vorrebbero esporre in casa propria lo scudo di Capitan America, il martello di Thor e il casco di Ironman, e i nostalgici delle grande storie degli anni Ottanta e Novanta, alla ricerca della frusta di Indiana Jones, dell’hoverboard di Ritorno al futuro e del pallone Wilson di Cast Away. Nella mia galleria sono passati molti pezzi rari: uno di questi è il martello di Thor usato nel film Avengers Endgame del 2019. La particolarità che lo rende estremamente raro è che, a differenza dei martelli del dio del tuono degli altri film della saga, questo è stato usato da Thor, ma anche da Capitan America, rendendolo così ancora più ambito».

Non mancano all’appello due altri grandi «filoni», i film di 007 e quelli di arti marziali anni Settanta. E viene spontaneo chiedersi se, ogni tanto, compaiano oggetti dalle storie di kung fu con Bruce Lee. «Sono molto rari ma qualcosa si trova» osserva Cableri. «Ho visto in una nota casa d’aste i nunchaku utilizzati in uno dei suoi film. I prezzi sono molto alti. Per quanto riguarda James Bond si trovano molti pezzi utilizzati nella saga; per esempio, con circa 10 mila euro si possono comprare le fiches usate in Casinò Royale».

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