mercoledì, 4 Dicembre 2024
Ciak in Viaggio: Alla scoperta dei luoghi dove è stato girato Interstellar
Murph: Perché tu e la mamma mi avete chiamata come una cosa brutta?
Cooper: No, non è vero.
Murph: La legge di Murphy.
Cooper: La legge di Murphy non significa che succederà una cosa brutta, ma che tutto quello che può accadere accadrà. E a noi questo non dispiaceva per niente.
Basterebbe rileggere alcune frasi celebri o ascoltare le prime note dell’indimenticabile colonna sonora ideata da Hans Zimmer per sentirsi immediatamente catapultati nell’universo del film capolavoro di Christopher Nolan.
Interstellar, uscito al cinema nel 2014, quest’anno compie 10 anni. Per l’occasione il film epico-spaziale ha fatto di nuovo il suo ingresso nelle sale, un’occasione unica per rivivere quel viaggio straordinario tra le stelle e nei sentimenti che dieci anni fa ha lasciato tutti a bocca aperta.
Girato con 66 minuti in formato Imax, il film ha incassato 730 milioni di dollari al botteghino globale e ha ricevuto cinque nomination agli Oscar (miglior colonna sonora, miglior montaggio sonoro, miglior sonoro e miglior scenografia), vincendo poi per i migliori effetti visivi. Il cast stellare include Matthew McConaughey, Jessica Chastain, Anne Hathaway, Matt Damon, John Lithgow, Michael Caine, Timothée Chalamet, Ellen Burstyn, Bill Irwin, Wes Bentley, David Oyelowo e Casey Affleck.
Chi è andato a rivedere il film sul grande schermo ha potuto riscoprire e riflettere sulle tematiche che esso porta alla luce: in primis il lato umano, quello rappresentato dal rapporto tra Cooper, ex pilota della NASA costretto a lavorare come agricoltore a causa di una carestia globale, e sua figlia Murph, un rapporto segnato dal dolore della separazione, dalla promessa di un ritorno e dal passare inesorabile del tempo che li allontana e li riavvicina.
Il tema ambientale, che dieci anni fa sembrava quasi una distopia impossibile e che oggi invece, con gli effetti del cambiamento climatico sempre più evidenti, porta il film ad assume un carattere quasi profetico.
La dimensione educativa che, grazie alla consulenza del fisico Kip Thorne, ha conferito al film una solidità scientifica (le rappresentazioni dei wormhole e dei buchi neri, rese grazie agli effetti speciali, sono vere e proprie lezioni di astrofisica accessibili a tutti).
Non solo stelle e galassie: Interstellar è una delle poche pellicole ad essere riuscita a mescolare con successo concetti scientifici complessi con una narrazione avvincente. Il viaggio nell’universo si intreccia con il viaggio nel cuore dei protagonisti, in particolare quello di Cooper e sua figlia Murph, il cui rapporto rappresenta il vero motore dell’intera vicenda. La loro connessione va oltre il tempo e lo spazio, dimostrando come l’amore possa essere una forza potente tanto quanto la gravità, e ci ricorda che in un mondo dominato dalla razionalità e dalla tecnologia, sono le relazioni umane a dare un senso all’esistenza.
Ma il cast, gli effetti speciali e i temi affrontati non sono le uniche note d’eccellenza del film cult di Nolan. Ambientato in un futuro distopico (ma non poco plausibile), il film sviluppa in parallelo due storie: da una parte la Terra, ormai sull’orlo del precipizio e sempre più inospitale per l’umanità, tormentata da tempeste di sabbia e ridotta a vaste piantagioni di mais, unico alimento che si riesce ancora a coltivare. Dall’altra parte un viaggio nello spazio, guidato da Cooper (Matthew McConaughey) e dalla dottoressa Brand (Anne Hathway), alla ricerca di nuovi mondi abitabili.
Mentre il regista ha scelto come location per la fattoria di Cooper un ranch in Canada, facendo ricorso a vere folate di polvere (non ricostruite in CGI), le ambientazioni per i due pianeti esplorati in una nuova galassia sono state trovate in Islanda. Christopher Nolan ha dichiarato di aver scelto l’Islanda perché “esistono pochissimi luoghi sulla Terra così estremi da sembrare un altro pianeta. Luoghi che sprigionano una sensazione di ostilità estrema”.
Terra di fuoco e di ghiaccio con una popolazione di poco più di 360.000 abitanti, l’Islanda è diventata in pochi anni una delle mete più desiderate dai viaggiatori.
Il motivo di tanto successo? La natura incontaminata e i paesaggi ovviamente, che lasciano ogni viaggiatore a bocca aperta. Spiagge di sabbia nera, geyser che esplodono dai campi geotermali, imponenti cascate, vulcani dormienti e scintillanti distese di ghiaccio che delineano un panorama unico.
Luoghi simili, caratterizzati da una natura primordiale e selvaggia e animali liberi nel loro habitat naturale, riservano esperienze straordinarie, di quelle che si fanno poche volte nella vita: tra uscite di whale watching per osservare da vicino le balene nelle acque cristalline dell’oceano e un bagno nelle acque geotermali, come quelle della famosissima Laguna Blu, gli amanti della natura possono vivere l’emozione di passare vicino ai ghiacciai, o salire sulle alte scogliere per osservare i puffin (meglio conosciuti come pulcinelle di mare) nel loro habitat naturale. E ancora, l’esperienza di passare dietro il velo d’acqua della cascata di Seljalandsfoss o navigare tra gli iceberg nella laguna glaciale di Jökullsárlón. Per i più avventurosi, le regioni desertiche dell’entroterra rivelano paesaggi lunari (un assaggio ci è stato dato proprio da Interstellar). Infine, andare alla ricerca dell’aurora boreale nelle notti d’inverno e rimanere a bocca aperta davanti all’esplosione di un geyser completano la cornice perfetta di un viaggio che resta nel cuore.
Tornando a Interstellar: la scena nella quale Matthew McConaughey cammina sul terreno ghiacciato di un nuovo pianeta in un’atmosfera cupa e affascinante al tempo stesso è stata girata sul ghiacciaio Svínafellsjökull. Si tratta di un ghiacciaio del Vatnajökull, la più grande calotta glaciale d’Europa. Questo luogo è uno dei più popolari del Paese per le escursioni sui ghiacciai, grazie alle sue incredibili formazioni e ai panorami mozzafiato. L’unicità del paesaggio è dovuta all’interazione tra l’attività vulcanica e i ghiacciai.
Per il pianeta d’acqua, invece, sono risultate perfette le acque basse ma apparentemente infinite della laguna Brunasandurl. Nello specifico, Máfabót, un bassopiano non distante da Kirkjubæjarklaustur. È lì che sono state filmate le scene del pianeta d’acqua di Miller dove il tempo scorre più velocemente rispetto a chi è rimasto sull’Endurance. Questo riferimento al tempo, che in Islanda sembra scorrere a una lentezza o a una velocità diversa a seconda delle stagioni, è estremamente appropriato.
Máfabót e Svínafellsjökujll si trovano entrambe nel sud-est dell’Islanda, a circa un’ora d’auto l’una dall’altra.
Ma le storie non hanno tutte un lieto fine.“Un tempo per la meraviglia alzavamo al cielo lo sguardo sentendoci parte del firmamento, ora, invece, lo abbassiamo preoccupati di far parte del mare di fango”, dice Cooper all’interno del film. La frase del film (2014) è oggi più che mai attuale. L’Islanda è ricoperta per l’11% da ghiacciai, una bellezza naturale che purtroppo ha un futuro incerto: tra un paio di generazioni potrebbe infatti scomparire e rimanere viva solo nella mente dei fortunati che hanno potuto visitarla.