Chazelle, racconto la Hollywood reietta e pornografica

(ANSA) – ROMA, 16 GEN – “Della Hollywood degli inizi ho
mostrato solo qualcosa di quello che in genere si nasconde sotto
il tappeto. Allora il cinema veniva visto come qualcosa di
basso, pornografico, un’industria spesso creata da immigrati,
criminali, poco più che reietti. Mostro cose estreme? Per
niente, anzi ho dovuto ammorbidire il tutto per non incorrere
nella censura”. Così oggi a Roma il regista premio Oscar Damien
Chazelle parla di BABYLON, in sala dal 19 gennaio in 400 copie
con Eagle Pictures, un film barocco, esagerato con scene
esplicite di sesso consumato durante feste orgiastiche e che
racconta il passaggio dal cinema muto a quello sonoro.
    E questo con quattro protagonisti principali: Manny Torres
(Diego Calva), aspirante attore messicano che cerca una sua
strada nel cinema; Jack Conrad (Brad Pitt) nei panni di una star
tra le più pagate; Nellie LaRoy (Margot Robbie) che parte
davvero dalle stalle per diventare una stella e, infine, Sidney
Palmer (Jovan Adepo), giovane trombettista jazz di colore che
approda al cinema.
    Cosa ha perso il cinema dall’epoca del muto? “Li c’era la mentalità dei pionieri, oggi invece a Hollywood c’è
solo troppa paura. Si è perduta quella libertà. In questo senso
abbiamo molto da imparare da quei tempi, oggi c’è troppo
moralismo. Hollywood è cambiata, ma non in meglio”.
    Sull’accoglienza negativa di BABYLON in Usa, replica il
regista di LA LA LAND: “Immaginavo che questo film potesse dare
fastidio, provocare risentimento. Era in fondo quello che volevo
fare. Volevo fosse un’opera controcorrente e anche per questo ci
è voluto tanto tempo. Va detto – aggiunge Chazelle – che
Paramount, anche sapendo quello che stavo facendo, mi ha sempre
sostenuto e non mi è stata fatta nessuna pressione. L’unica
speranza ora è che questo film possa trovare il suo pubblico,
suscitare discussioni”.
    A inizio incontro stampa il regista non ha mancato di rendere
omaggio a Fellini: “Sono davvero felice di essere qui a Roma e
spero che nel mio film si capisca bene quanto abbia attinto alle
opere di Federico Fellini”. (ANSA).
   

Leggi su ansa.it