Cefalee nei giovani, agire subito per evitare la cronicità

(ANSA) – ROMA, 24 MAG – Si stima che la cefalea colpisca 1
persona su 3 con episodi che si verificano almeno una volta
l’anno e che oltre il 40% dei ragazzi è colpito da cefalea,
mentre un bambino su 10 soffre di emicrania, una forma comune di
cefalea primaria.
    “Attenzione al mal di testa nei ragazzi in età scolare; nel
mondo l’emicrania è la prima causa di disabilità nella donna di
età inferiore a 50 anni; in Italia, la latenza tra l’esordio del
problema e la consultazione di un centro specializzato è di
circa 20 anni, nel frattempo l’emicrania può diventare cronica”,
sottolinea Piero Barbanti, direttore dell’Unità per la cura e la
ricerca su Cefalee e dolore presso l’IRCCS San Raffaele in
occasione della settimana dal 20 al 27 maggio che le due società
scientifiche delle cefalee (ANIRCEF e SISC) assieme alla Società
Italiana di Neurologia (SIN) dedicano alla sensibilizzazione sul
tema.
    I dati del Registro Italiano dell’Emicrania coordinato
dall’IRCCS San Raffaele dimostrano che l’emicrania insorge in
media tra i 10 e i 17 anni. Solo nell’8% dei casi i pazienti si
rivolgono al medico di medicina generale per questo problema e
nell’80% dei casi hanno fatto esami diagnostici del tutto
inutili. “Bisogna intercettare le cefalee già dalla scuola
primaria, sensibilizzando i docenti e i dirigenti scolastici.
    Circa il 10% dei bambini e dei ragazzi ne soffre e bisogna
pensare, per casi selezionati, di garantire anche a questi
giovani pazienti di poter fruire del congedo scolastico per
cefalea, non diversamente dal “congedo mestruale” appena
introdotto in alcune scuole italiane.
    Il San Raffaele sta anche valutando un progetto sperimentale
di medicina scolastica così da rendere il nostro Centro Cefalee
itinerante e portarlo negli istituti scolastici, dapprima
romani, per favorire la diagnosi precoce della patologia.
    Oggi le cefalee e in particolare l’emicrania si possono curare
bene, la disponibilità attuale di nuove classi farmacologiche,
come gli anticorpi monoclonali e recentemente i gepanti e i
ditani rende oggi più facile l’azione di prevenzione
dell’evoluzione in cronicità, il rischio di abuso farmacologico
e anche il recupero dalla cronicità stessa in pazienti
difficili. “A luglio – sottolinea il neurologo – è prevista
anche la rimborsabilità di un quarto anticorpo, molto potente,
l’unico a essere somministrato per via venosa. Se riuscissimo a
diagnosticare i casi per tempo sarebbe una svolta”, conclude
Barbanti. (ANSA).
   

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