Cannes, alla Quinzaine la coproduzione italiana sugli Yanomami

E’ una coproduzione italo-brasiliana
The Falling Sky dei brasiliani Eryk Rocha e Gabriela Carneiro da
Cunha sul popolo Yanomami. Il film è prodotto dagli stessi
registi e da Donatella Palermo, una produzione Aruac Filmes,
Hutukara Yanomami Association, Stemal Entertainment con Rai
Cinema, in collaborazione con Le Film D’Ici. Nella selezione
della Quinzaine des Cinéastes, che si svolge parallela al
festival di Cannes dal 15 al 25 maggio, non ci sono registi
italiani (come pure nella Semaine de la Critique annuciata
ieri). La Quinzaine celebra il cinema in tutta la sua diversità
cercando di mappare non tanto la produzione globale quanto di
tracciare una linea editoriale fatta di scommesse vere, favoriti
e film intensamente dibattuti. “È la singolarità della scrittura
attraverso la messa in scena che è rimasta la nostra bussola
principale; e poesia, emozione, fantasia e autenticità, i nostri
punti cardinali. Abbiamo prestato uguale attenzione a tutte le
forme e alla scrittura cinematografica: fiction, documentario,
animazione, sperimentale, cinema di genere (commedia, fantasy,
horror…), saggio” hanno detto oggi alla presentazione.
    Il film d’apertura è Ma vie ma gueule di Sophie Fillières.
    L’Italia può vantare la produzione di The Falling Sky:
attraverso la testimonianza di Davi Kopenawa, sciamano e leader
del popolo amazzonico Yanomami si racconta il rituale funebre
misterico “Reahu”, una cerimonia magica di evocazione che
mobilita la comunità in uno sforzo collettivo per sorreggere il
cielo e impedire che cada a causa dei comportamenti dei nape, i
bianchi, e del mondo cosiddetto civilizzato. Nel film lo
spettatore scopre la bellezza della cosmologia Yanomami e la
forza della loro visione geopolitica che invita a guardare
lontano.
    Il film è liberamente ispirato all’omonimo libro dello sciamano
Yanomami Davi Kopenawa e dell’antropologo francese Bruce Albert,
nato da una relazione trentennale tra i due. In Brasile,
attualmente vivono circa 30.000 persone in oltre 300 comunità,
che stanno affrontando una grave crisi umanitaria causata da una
massiccia invasione di minatori alla ricerca di minerali,
principalmente oro e cassiterite. Negli ultimi anni, il numero
degli invasori ha raggiunto circa 20.000 persone, favorendo la
violenza, la contaminazione dell’acqua e del pesce da mercurio,
la deforestazione e numerose malattie tra gli Yanomami. Solo
pochi giorni fa, il 10 aprile, Davi Kopenawa ha incontrato Papa
Francesco. “Ogni volta che parlo di quello che l’uomo bianco sta
causando al nostro popolo e all’intera umanità sempre più
persone si uniscono alla mia battaglia”, ha detto.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Leggi su ansa.it