Cameron, noi tutti sul Titanic verso l’iceberg ambientale

(di Francesco Gallo) (ANSA) – ROMA, 04 FEB – “Oggi siamo tutti su un Titanic e il
nostro iceberg sarà il disastro ecologico a venire. A salvarsi
saranno, proprio come allora, i ricchi. È inevitabile”. Così nel
global junket in Nuova Zelanda un brillante James Cameron,
affiancato dal produttore Jon Landau, ha commentato il ritorno
in sala dopo 25 anni del suo capolavoro TITANIC, che sarà
distribuito in tutto il mondo dalla Walt Disney il 10 febbraio
(il 9 febbraio in Italia, ndr), rimasterizzato in 4K digitale 3D
e con audio Dolby Atmos.
    Da parte del regista canadese un fiume di entusiastiche
parole per dire quanto importante sia stato, e sia ancora, quel
film del 1997, terzo miglior incasso della storia del cinema,
vincitore di 11 premi Oscar (su 14 candidature). Ovvero
l’importanza della storia, che ricorda quella di Romeo e
Giulietta, e del cast, i giovanissimi Leonardo DiCaprio e Kate
Winslet, ma anche la modernità della figura femminile di Rose
DeWitt Bukater, le difficoltà tecniche di realizzazione e,
infine, l’amore per l’oceano. E ancora, tra i temi affrontati
dal regista, quanto fu difficile convincere un giovanissimo
DiCaprio ad accettare il ruolo dello sfortunato Jack, ritenuto
dall’attore troppo noioso.
    “C’è un importante sottotesto in TITANIC che riguarda ricchi
e poveri, chi sopravvive e chi muore – dice Cameron -. Quasi
tutte le persone in terza classe morirono. Al contrario in prima
classe morì la metà degli uomini, mentre quasi tutte le donne e
i bambini sopravvissero. Ora – continua il regista di AVATAR –
stiamo affrontando un’altra crisi chiamata cambiamento
climatico. Una cosa che sappiamo da anni, ma che ora vediamo
venire contro noi senza riuscire a cambiare rotta alla nave. E
indovinate chi soffrirà di più? I poveri e non le nazioni ricche
che hanno causato questo disastro”.
    Anche sul fronte dell’emancipazione femminile questo film
ha molto da dire: “Credo che mostri quel periodo di
post-adolescenza in cui la società imponeva alle donne di non
essere mai davvero se stesse e questo in una società dominata
dagli uomini. Non è certo il caso di Rose. Lei è una donna
diversa che sopravvive alla tragedia e vive pienamente la sua
vita”. (ANSA).
   

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