‘Bussano alla porta’, apocalisse, sacrificio e Bibbia

(ANSA) – ROMA, 22 GEN – Apocalisse, sacrificio e Bibbia, tra
queste tre parole si sviluppa il film BUSSANO ALLA PORTA del
visionario M. Night Shyamalan, in sala dal 2 febbraio con
Universal. Basato sul bestseller americano di Paul Tremblay, LA
CASA ALLA FINE DEL MONDO, racconta di una coppia gay, Andrew
(Jonathan Groff) e Eric (Ben Aldridge), che, insieme alla figlia
adottiva Wen, è in vacanza in uno chalet isolato nel bosco. A un
certo punto la casa viene circondata da quattro sconosciuti
armati: Leonard (Dave Bautista), Sabrina (Abby Quinn), Adrianne
(Nikki Amuka-Bird) e Redmond (Ruper Grint). Questi quattro
sconosciuti hanno una cosa in comune, sono perseguitati e
tormentati da tempo da un’orribile profezia: il mondo è ormai
alla fine. Per salvarlo il nucleo familiare composto da Andrew,
Eric e la piccola Wen dovrà volontariamente sacrificare un suo
membro.
    “Sono da sempre stato affascinato dalla religione – dice il
regista del SESTO SENSO – e da figure bibliche come i quattro
cavalieri dell’Apocalisse. In questo caso volevo dire non solo
che tutti siamo importanti, ma anche che non possiamo fare a
meno di scegliere, specie se la scelta riguarda l’intera
umanità. Si può mai dire: ‘muoiano tutti, a me cosa importa?'”.
    E poi aggiunge il regista di origine indiana facendo riferimento
al Covid: “Il virus ci ha fatto capire quanto siamo fragili. Un
esempio su tutti: in quel periodo ero molto preoccupato di
infettarmi e contagiare i miei genitori. La vita dei miei cari
era nelle mie mani. Eppure io ho vissuto il lockdown in una casa
isolata, potevamo uscire, avevamo spazio. Ma, nonostante questo,
il mondo ha rallentato e quando sentivo i miei suoceri tossire
dicevo a me stesso: oddio è la fine!”. (ANSA).
   

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