Bening, in Nyad, una donna riscrive la sua vita a 60 anni

Attraversare a 64 anni i 170
chilometri di mare aperto tra Cuba e la Florida: è l’impresa
compiuta nel 2013 al quinto tentativo (quattro dopo il
compimento dei 60 anni, il primo era stato a 29 anni nel 1979) dall’ex nuotatrice maratoneta, poi giornalista sportiva, Diana
Nyad, prima atleta a realizzare la traversata senza essere
protetta da una gabbia anti squalo. Una straordinaria storia
vera diventata un film per Netflix (dove è già disponibile),
Nyad – Oltre l’Oceano diretto dai documentaristi premi Oscar
Chai Vasarhelyi e Jimmy Chin (vincitori della statuetta nel 2019 per Free Solo) qui al debutto in una storia di fiction.
    Ne è perfetta protagonista Annette Bening, affiancata da
Jodie Foster nel ruolo dell’allenatrice Bonnie Stoll, legata da
un rapporto sempre più intenso e profondo, con i contorni di un
amore platonico, all’amica Diana. Un duetto che potrebbe
riportare entrambe, secondi molti critici, in gara agli Oscar.
    “La loro amicizia è il cuore battente del film” spiega la
regista Chai Vasarhelyi in una delle session di Deadline
Contenders, dedicate ai film più importanti della stagione,
anche in prospettiva per le candidature agli Academy Awards 2024
. “Fin da quando abbiamo abbiamo letto la sceneggiatura (firmata
da Julia Cox e nata dall’autobiografia di Diana Nyad, ‘Find a
Way’), eravamo certi di volere come interprete un’attrice nella
stessa fascia d’età di Diana, che fosse capace di riflettere
appieno la sua complessità e fosse pronta anche ad affrontare la
prova fisica richiesta dal ruolo. Eravamo entusiasti quanto
Annette ha accettato il ruolo”. La maestria “nella recitazione,
Annette l’ha portata anche nella preparazione per la parte: si è
allenata nel nuoto per circa un anno”. Non serve essere
un’attrice “per volere una sfida – spiega Annette Bening -.
    Diana aveva fallito la stessa impresa quand’era nei suoi 20
anni, poi a 60 anni, ha deciso di realizzarla, anche se molti le
dicevano che sarebbe stato impossibile. Lei però sentiva che la
sua vita avesse un valore, e di essersi guadagnata, attraverso
gli ostacoli che ha superato fin dall’infanzia, il diritto di
lottare per quel traguardo, grazie anche alla sua esperienza di
vita”.
   

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