Bellocchio, ‘il mostro di oggi sono le fake news’

Marco Bellocchio è tornato al
festival di Cannes. Dopo i recenti Palma d’oro onoraria e
concorso con Rapito, è l’anno del restauro di un suo film del
1972, Sbatti il mostro in prima pagina con Gian Maria Volonté
direttore di giornale, una storiaccia tra cronaca nera e
politica con al centro la corruzione della stampa e la
manipolazione delle notizie ai fini elettorali. C’è attualità? “Ho percepito grande interesse su questo film, mi hanno stupito
i giovani spettatori ammirati dalla storia, lo criticavo di più
in passato, sarebbe autolesionista farlo ora, ma sono sincero,
non mi ha messo in crisi – dice – era la realtà di quegli anni,
quei complotti cui credevamo come per la morte di Giangiacomo
Feltrinelli per opera dei servizi segreti. Il disastro di oggi –
prosegue – mi sembrano le fake news, mi colpisce anche
l’impunità degli hater che insultano dicendo cose orribili, non
dimostrate. So che c’è un progetto di bavaglio alla stampa sul
tema delle intercettazioni, con la scusa della privacy, ma non
sono sufficientemente preparato per dire se sia un attacco alla
libertà di stampa”.
    Bellocchio non ha voglia di “fare provocazioni. Ho già avuto
incidenti con la destra. L’età – aggiunge il regista di Bobbio –
mi suggerisce di dire cose solo quando le sai bene”. Su una cosa
è certo: “appartiene al passato e a 84 anni bisogna pensare al
presente. Non sono mai stato un nostalgico, non comincerò
adesso. Sto preparando, mancano alcuni tasselli e spero di
girare presto la serie Portobello su Enzo Tortora. Io vorrei
fare cinema, ma la storia di Tortora non è contenibile in un
film”. E intanto è di qualche giorno fa la notizia che I Pugni
in Tasca, il suo film d’esordio, manifesto anticipatore del
Sessantotto avrà un remake, Rosebushpruning, con Kristen Stewart
e Josh O’Connor con la regia del brasiliano di Karim Aïnouz (tra
l’altro in concorso a Cannes con Motel Destino).
    Poi cita la figlia che lo ha rimproverato di non fare mai
film sulle donne, “non è così, amo le donne ma mi sembra ci sia
una dimensione politica dura ora, specie in Francia, povero
Depardieu, mi pare una esagerazione quanto gli sta accadendo ma
non so, non voglio giudicare. Io sulle donne ho fatto Vincere
con Giovanna Mezzogiorno sull’amante di Mussolini Ida Dalser ma
non è stato fortunato, avevo un progetto su madame Curie ma lo
stanno facendo altri, ho un progetto che mi affascina molto su
Maria Josè di Savoia, regina di maggio”.
   

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